Mineralizzazioni: ricerche e località fra Catria, Nerone e Gola del Furlo


di Daniele Ionna


Panorama da Monte Nerone (Foto di Claudio Bruscoli tratta dal sito https://www.destinazionemarche.it)


Nonostante la nostra regione non sia, geologicamente parlando, un territorio adatto al ritrovamento di minerali, in quanto per la gran parte è costituito da calcari, marne e argille, alcuni fenomeni naturali quali il carsismo, le risorgenze idrotermali, e l'evaporazione di vecchi mari hanno permesso il deposito di svariate mineralizzazioni con molte varietà di minerali.
Molti studi sono stati eseguiti negli anni passati riguardo questo aspetto del territorio, tra quelli più importanti ricordo R. Selli che nel 1952 pubblicò in allegato alla sua pubblicazione, una carta tematica delle mineralizzazioni e A. Scicli che sempre nel 1952 pubblicò una carta tematica delle miniere e cave delle Marche.
Recentemente altri lavori sono stati pubblicati da studiosi di diverse università sia italiane che straniere di cui però, per motivi di spazio, non specifico i titoli e rimandando a chi interessato alla consultazione delle bibliografie contenute nei testi segnalati alla fine del presente articolo.
Qui annoterò solo le località più importanti del comprensorio racchiuso nel triangolo i cui vertici sono il monte Catria e il monte Nerone e la gola del Furlo, elencando i lavori di ricerca e di coltivazione, le miniere ed i minerali che costituiscono la macro mineralogia dei luoghi, ovvero cristalli che possono essere visti ad occhio nudo o con l'ausilio di semplici strumenti ottici.
Specifico che queste indicazioni non sono un invito ad andare a raccogliere i minerali , bensì una semplice descrizione di un luogo di ricerca.
Mi soffermerò prima sulle mineralizzazioni di metalli di utilizzo industriale in quanto sono state oggetto di ricerche complesse nei secoli scorsi e spesso a tentativi di coltivazione.
Le mineralizzazioni metallifere sono derivate da fenomeni di risorgenze termali calde che, dalle profondità, sono giunte in superficie costituendo dei depositi lenticolari più o meno grandi, ricche di elementi quali il ferro o il manganese e per questo, una volta soggette a coltivazione, andavano presto in esaurimento.
Per lo zolfo invece il meccanismo di deposizione è stato diverso.
Il fenomeno della evaporazione di un vecchio bacino salmastro ha permesso la deposizione del minerale in filoni sedimentari anche di notevole dimensione che si sviluppano in profondità come è dimostrato dalla modalità di coltivazione della miniera di Cabernardi – Percozzone che seguendo l'andamento geologico dell’affioramento superarono gli 800 metri di profondità.
Ma anche qui inesorabilmente i filoni sono andati esauriti.

Limonite – Gorgo a Cerbara (10 cm)

Il ferro con i suoi minerali caratteristici quali la pirite e la marcasite costituisce l'elemento chimico di interesse industriale più abbondante, lo testimoniano i numerosi tentativi di sfruttamento in tutto il comprensorio che hanno dato un parziale risultato positivo con la miniera di Gorgo a Cerbara presso  Piobbico.
La presenza di un minerale contenente ferro era nota fin dall'antichità ma le notizie di attività estrattive si hanno solo nel 1400/500 durante il ducato di Urbino per poi sviluppare una vera e propria attività mineraria con lo Stato Pontificio nel 1700, che ha continuato con alterne vicende di abbandono e riprese fino ai primi anni del 1950 per poi cessare definitivamente.
L'attività di cava per calcare e inerti è continuata fino ai nostri giorni e ha cancellato quasi totalmente la galleria della miniera.
La qualità del minerale estratto era ottima in quanto costituiva quasi del 50% di materiale ferroso, ma essendo disposto in lenti più o meno consistenti la coltivazione risultò discontinua e abbastanza costosa.

Cristalli di calcite su limonite–M. Nerone (10x)
Dal punto di vista mineralogico oltre alla immancabile calcite che si presenta in bei cristalli anche di grandi dimensioni e ai già citati minerali di ferro quali pirite e marcasite, vanno aggiunti altri quali limonite, ematite, ghoetite, in associazione possiamo trovare anche altri rari minerali di rame quali la malachite e la calcopirite, quarzo, celestina, fluorite, aragonite, Realgar ecc. .
Qui si possono rinvenir bei cristalli di calcite detti denti di cane dato che ricordano nella forma dei denti canini, minerali di ferro sotto forma di noduli o ammassi di pirite, anche di grosse dimensioni, marcasite, limonite oltre ad altri minerali  quali la goethite e rame nativo cuprite, azzurrite, fluorite quarzo gesso e zolfo.
In questa zona non è stata mai introdotta una vera e propria attività di coltivazione dei giacimenti per l’esigua quantità degli stessi mentre è andata   sviluppandosi l'attività di cava del calcare.
Si potrebbero segnalare altre località in special modo nelle pendici del monte Nerone dove è possibile rinvenire minerale di ferro ma in quantità economicamente non sfruttabile, ma mi dilungherei troppo e lascio a chi interessato la consultazione dei libri citati alla fine del presente lavoro.
Altro minerale di interesse industriale segnalato nel comprensorio della valle del Metauro è il manganese che a differenza di altre località della regione (Monte San Vicino o Pietrarubbia) non lo si rinviene come elemento caratteristico dell’affioramento ma in associazione con altri minerali quali la pirite o la limonite
Questo risulta perciò di difficile determinazione specifica se non con analisi di laboratorio complesse, per questo non annoto località diverse da quelle già segnalate per il ferro. 

Cristalli di malachite su calcite – Acqualagna (10x)
Il rame per la sua rilevanza industriale ha sempre costituito un campo di ricerca molto importante in tutte le attività minerarie.
In alcune località del comprensorio la presenza di questo elemento dava la speranza di un grande giacimento e ciò ha stimolato l’attività di ricerca.
Nonostante le aspettative non ci sono stati i presupposti per uno sfruttamento industriale ma questi lavori si sono rilevati molto utili per la mineralogia locale.
Nei saggi esplorativi sono stati trovati minerali quali la malachite, minerale più diffuso, ma anche cuprite, azzurrite e calcopirite, e in maniera marginale anche rame nativo. 
Si segnala anche la presenza di calcite, barite, celestina e baritocelestina.
A differenza del ferro che si rinviene abbondante e diffuso sia nei calcari mesozoici che nelle formazioni terziarie della scaglia, il rame sembra più diffuso in quest'ultima sia nella formazione rossa che bianca e solo in minima parte nei calcari mesozoici.
Tra le località che sono state oggetto di ricerche approfondite nei secoli scorsi va segnalata nelle vicinanze di Acqualagna il Fosso della Baiona.
Qui i calcari e le marne appartenenti alla formazione della scaglia rossa sono molto disturbate ma presentano delle spalmature di malachite anche centimetriche
I lavori di escavazione e ricerca furono condotti fino al 1884 con la realizzazione di numerose gallerie che oggi sono crollate o sono ricoperte da vegetazione e di cui si sconsiglia vivamente la visita.
Altra località in cui sono stati eseguiti dei lavori di ricerca è il monte Montiego presso Piobbico, nella scaglia rossa alle pendici SO, luogo oggetto di tentativi di coltivazione sin dai tempi del Ducato di Urbino ma che non hanno dato risultati soddisfacenti.
Il rame qui si presenta in noduli di cuprite rivestiti da malachite, non si hanno notizie di altri minerali presenti in zona.
Un’altra località dove viene segnalata la presenza d minerale di rame è una cava di scaglia rossa situata sui monti delle Cesane, presso Urbino, dove è segnalata anche la presenza di celestina, baritocelestina, calcite.
Lo zolfo è il re dei minerali marchigiani sia per l’importanza che questo ebbe nell’economia regionale e sia per la qualità delle cristallizzazioni che le attività di estrazione hanno permesso di reperire.
Dato che la storia delle miniere e della ricerca fatta nel territorio per la coltivazione di questo minerale è patrimonio comune facilmente reperibile sia con libri, che navigando in rete,  non mi soffermo nella descrizione delle località, ma elenco solo i minerali che si possono trovare in associazione con lo zolfo nativo che sono: il gesso, la celestina, la baritocelestina, la barite, l’aragonite, la calcite e altre mineralizzazioni meno appariscenti quali il bitume. 

Cristalli di calcite del monte Nerone  (2X)
Riguardo un minerale che si presenta con cristalli di discreta bellezza e dimensioni diffusissimo in tutto il territorio, faccio riferimento alla calcite, ne richiamo due località, una già citata è quella delle cave del Furlo, un'altra è la Cava del Bugarone sul monte Nerone.
In special modo in quest'ultima località la calcite si presenta in bei cristalli scalenoedrici bipirammidali anche di scala centimetrica ma di scarsa lucentezza a differenza dei cristalli delle cave del Furlo che se anche di minori dimensioni possono essere perfettamente ialini ovvero  trasparenti.
Ricordo che le cave del Furlo ora non più attive sono in zona parco per questo è vietata la ricerca e la raccolta .
Un minerale che si presenta allo stato amorfo, ma che è stato molto utile specialmente nel riscaldamento degli ambienti domestici è la lignite uno degli stadi di fossilizzazione in carbone della materia vegetale.
Un piccolo affioramento nei dintorni di Peglio - Urbania è stato oggetto di una parziale coltivazione nel secolo scorso ma che è durata poco tempo vista la qualità e quantità scarsa del materiale.
Non si hanno notizie di minerali in associazione.
Potrei fornire altre notizie in merito ad altri minerali o località ma per non dilungarmi troppo, vi rimando alla consultazione dei libri segnalati qui di seguito per chi volesse approfondire la storia dell'attività mineraria in questo territorio
Vi segnalo anche dei siti internet dove potete reperire l’elenco di altre località con la segnalazione dei minerali che vi si possono trovare.

                                                                                              Ing. Ionna Daniele


Libri consultati:
- P. Mattias – M Guerra (2008) Le miniere nelle Marche ecc. - Acc.Naz. delle Scienze detta dei XL-  Roma.
- I minerali d'Italia  - sagdos 1978

Siti web di interesse

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