di Massimo Vantaggi
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Amanita Caesarea (foto Rocco Stasi at Italian Wikipedia, CC BY 3.0 <https://creativecommons.org/licenses/by/3.0>, via Wikimedia Commons) |
Perché i funghi?
Spesso ci chiediamo come mai tante persone in questi ultimi anni sono così interessate alla ricerca ed alla conoscenza dei funghi.
Le risposte sono diverse, ma tutte hanno un comune denominatore; “l’attrazione, che la natura esercita sull’uomo”.
Il ritmo frenetico che la nostra società esige, spesso soffoca la parte di noi che vuole un contatto con l’ambiente circostante del quale siamo parte integrante.
Così, molte persone non appena hanno del tempo e le condizioni atmosferiche lo consentono, abbandonano le caotiche situazioni della città, scegliendo le mete più varie per cercare di ritornare nella natura, ove ritemprare lo spirito.
Chi frequenta le zone montane, anche
se appagato dalla bellezza dei panorami o dall’aria frizzante, prima o poi avrà
lo sguardo attratto dal misterioso fascino dei boschi.
Inizialmente la sua attenzione sarà
attratta dai maestosi alberi ad alto fusto, poi sarà la volta degli arbusti e
dei fiori ed infine saranno i funghi a destare interesse.
E' un interessamento automatico
dovuto al fatto che tutti sappiamo quanto possano essere gustosi questi
prodotti del sottobosco; di conseguenza nasce l’esigenza di imparare a
riconoscere almeno le specie più
rinomate per poterle raccogliere e le specie più pericolose per non rischiare
sgradevoli intossicazioni o nei casi più estremi, mortali avvelenamenti.
Inizia così una passione a volte
quasi maniacale che spinge a “levatacce” per poter arrivare primi sui luoghi di
raccolta o ad effettuare raccolte enormi quando la fortuna ci assiste; una
passione che ci porta a pensare che i funghi siano lì solo per essere raccolti
e mangiati.
Le cose sono invece abbastanza
diverse, visto che i funghi non sono altro che uno dei vari mezzi che la natura ha escogitato affinché il suo
elaborato progetto si compia con la precisione che tutti conosciamo.
I funghi sono infatti indispensabili
all’ecosistema boschivo e per questo motivo devono essere conosciuti e
rispettati.
Ma allora non si devono
raccogliere i funghi?
Non è esattamente così.
Bisogna però imparare a non farne
scempio ed a raccoglierli solo dopo che hanno portato a termine il loro compito
di regolatori dell’ecosistema boschivo; bisogna insomma conoscere il loro mondo
ricco di forme e colori spesso davvero belli e comprendere come, dove e quando
la loro raccolta non costituisce un danno per l’ambiente.
E’ quindi sicuramente possibile raccogliere
i funghi, ma bisogna farlo con la consapevolezza di ciò che si sta facendo,
senza avidità e senza alterare gravemente l’ambiente.
Si sa quanto siano importanti gli
alberi, instancabili produttori di ossigeno per la nostra vita; ebbene
l’esistenza degli alberi, degli arbusti ed anche delle erbe è spesso
strettamente legata a quella dei funghi.
Un bosco senza funghi è destinato ad
un rapido deperimento ed a possibile estinzione.
Ma quali sono le abitudini e le
esigenze dei funghi ed in che cosa consiste lo stretto legame che li unisce al
bosco?
Per scoprirlo bisogna avventurarsi
nel loro mondo; affascinante e non privo di mistero e sorprese.
Il mondo dei funghi
Anche il più avido tra i ricercatori di funghi, sicuramente prova curiosità per queste figure così singolari, che soprattutto in autunno compaiono più o meno abbonanti sui vari tipi di ambiente (bosco, prato, alberi, tronchi abbattuti, ecc.).
A proposito dei funghi, si è detto
di tutto, qualche volta con cognizione di causa, spesso con una straordinaria
fantasia, favorita anche dal mistero che circonda il loro mondo.
E’ anche comprensibile, che in
passato si guardasse con molto sospetto a questi strani esseri della natura, a
volte capaci di entusiasmare per il loro sapore, ma altre volte a generare
gravi intossicazioni o addirittura portare alla morte.
Questa ambiguità ha dato luogo alle
molte fantasie sul loro conto, spesso più attinenti alla stregoneria, che alla
scienza, ma i funghi nonostante l’ambiente fiabesco nel quale vivono non sono
affatto prodotti della magia o abitazioni per gli gnomi delle favole ed allora
cosa sono?
I funghi sono Vegetali o
Animali?
Tutti sappiamo, che gli organismi viventi vengono normalmente suddivisi in appartenenti al Regno Vegetale o al Regno Animale, però la collocazione dei funghi in uno di questi due Regni provocò in passato animate discussioni.
Molti Botanici ritenevano infatti,
che i funghi fossero dei vegetali, anche se sprovvisti di Clorofilla; questa
affermazione derivava soprattutto da alcune caratteristiche delle cellule,
dalla presenza in alcuni di loro di cellulosa, dalla loro apparente immobilità
e dal loro aspetto macroscopico esteriore.
Qualche Biologo invece contestava
queste affermazioni, affermando che organismi incapaci di Fotosintesi
Clorofilliana non potevano essere considerati vegetali; qualche altro affermava
addirittura che appartenessero al Regno Animale, visto che molte specie di
funghi, come gli animali per poter vivere hanno la necessità di nutrirsi a
spese di organismi vegetali od animali vivi o morti.
Alla fine si è deciso di assegnare
loro il Regno dei funghi, distinto dagli altri due.
Cos’è un fungo?
Quello che tutti noi chiamiamo Fungo dovrebbe essere correttamente
chiamato Carpoforo, in quanto è solo
il frutto dell’organismo “Fungo”,
così come per esempio la “Ghianda” è
il frutto dell’organismo “Quercia”,
ma non è chiamato con il nome della pianta che lo genera.
Sotto ogni fungo (Carpoforo), esiste una grande massa di
microscopici filamenti cellulari fittamente intrecciati fra loro; è questa la
vera pianta Fungo, chiamata anche Micelio.
La raccolta dei funghi
Coloro che vogliono effettuare la raccolta dei funghi
devono rispettare alcune regole semplici ed elementari, che però servono ad
evitare di danneggiare l’ambiente sul quale questi crescono e certe volte ad
evitare spiacevoli degenze in ospedale, o nei casi più gravi anche la morte.
·
Per la ricerca e
raccolta dei funghi non bisogna utilizzare falcetti, rastrellini od altri
attrezzi metallici simili, in quanto così facendo si danneggia spesso in modo
irreparabile la pianta fungo presente sul terreno.
·
Se non
commestibili, i funghi non devono essere raccolti o rotti, perché anche se
tossici o velenosi, hanno sempre una loro importanza per l’ambiente.
·
I funghi vanno
raccolti solo se sono in buono stato di conservazione; questo al fine di
consentire una facile identificazione ed un loro eventuale utilizzo in cucina.
·
Sempre al fine
della loro identificazione devono essere raccolti interi, stando ben attenti a
non lasciarne delle parti sul terreno.
·
Non devono mai
essere tagliati al gambo, ma dopo essere stati raccolti interi, devono essere
ripuliti sul luogo dai residui (terra, foglie, ecc.) e riposti in contenitori
rigidi ed areati (ideale è il classico cesto di vimini).
Quanto tempo impiega un fungo
per crescere?
Questa è una
domanda che sicuramente ognuno di noi si è posto, soprattutto quando ha avuto
la possibilità di osservare splendidi esemplari di “Porcini”, “Ovoli”, o di
altre specie.
Vecchie credenze popolari dicono che
basti una notte; qualcuno assicura di aver raccolto funghi perfettamente
formati e di grossa taglia poche ore dopo aver ispezionato scrupolosamente lo
stesso luogo senza notarvi alcuna presenza fungina.
Altri, sicuramente molto fantasiosi
affermano addirittura di aver visto aprirsi il terreno ed spuntare funghi belli
e maturi, con tanto di gambo allungato e di cappello aperto.
Tutto ciò naturalmente non
corrisponde a realtà e non ha alcun fondamento scientifico.
A titolo di curiosità, tuttavia
possiamo dire che alcune specie di minuscola taglia (ad esempio qualche
Coprinus, Mycene, Entoloma, ecc.) dopo abbondanti piogge, nel giro di poche
ore, dallo stadio di “primordio”, si accrescono, si sviluppano e si
decompongono.
Però la maggioranza dei macromiceti
ha un ciclo vitale più graduale e costante; è il caso dei “Boleti”, delle “Amanite”,
delle “Russule”, ecc..
In generale possiamo affermare, che
questi funghi compaiono sul terreno allo stato di “primordio” e si accrescono
nel giro di alcune giornate, a seconda delle più o meno favorevoli condizioni
ambientali, climatiche e di altre diverse concause.
Certamente qualcuno è disposto a
giurare, che quanto appena affermato non è vero e che più di una volta gli è
capitato di raccogliere dei bei funghi in un luogo già visitato senza alcun
esito solo poche ore prima; il motivo è che i funghi possiedono uno
straordinario potere mimetico esaltato ancor di più dal gioco di luci ed ombre
del bosco.
Ciclo riproduttivo
Per semplicità trattiamo questo argomento prendendo come esempio un fungo o meglio un A“carpoforo” adulto; in particolare una “Amanita Cesarea”, visto che come tutte le “Amanite” è uno dei funghi più completi, possedendo una “Volva”, un “Gambo”, un “Anello” ed un “Cappello”.
Dal disegno si nota, che dalla zona sottostante il “Cappello”, chiamata “Imenoforo” (in questo caso formato da
lamelle, ma che in altri funghi può essere costituito da tubuli, aculei, ecc.),
si disperde una nube di minuscole particelle.
Sono le “Spore”,
che una volta mature abbandonano il fungo che le ha generate ed ospitate ed
iniziano il lungo e spesso impietoso viaggio della riproduzione.
Molte di queste (mediamente, alcune centinaia di
migliaia per ogni carpoforo) trasportate dai venti o dalle acque, si
disperderanno in luoghi lontani dal punto in cui il fungo maturo le ha lasciate
cadere.
Una bassa percentuale di queste spore una volta
raggiunto il terreno o qualsiasi altro substrato idoneo, germinano e producono
un filamento “Micelio Primario” composto
da cellule filiformi dette “Ife”.
Il micelio che è in realtà la vera pianta-fungo, in
questa fase è ancora incapace di fruttificare e affinché lo possa fare, occorre
che si formi il “Micelio Secondario”,
creato dall’unione di due miceli primari di carica sessuale opposta
Questo micelio secondario, che da ora in avanti per
semplicità chiameremo solo “Micelio”,
si estenderà nel terreno o in altri substrati occupando grandi spazi e quando
si verificheranno le condizioni favorevoli, fruttificherà producendo nuovi “Carpofori”, chiamati più comunemente “Funghi”.
Da quanto finora detto emerge che quello che noi
chiamiamo “Fungo” non è altro che il
frutto del “vero fungo”, cioè del “Micelio”
e che ogni fungo produce moltissime spore, visto che il verificarsi della
formazione di un micelio secondario è assai scarsa.
Anche la fruttificazione è condizionata da così tante
concause (di cui molte ancora ignote), che spesso il micelio pur vegetando per
decine di anni, non genera funghi per diverse stagioni.
Gli osservatori più attenti avranno anche intuito che
la forma dell’imenoforo (sia esso costituito da lamelle, tubuli, aculei, ecc.)
altro non è che il sistema inventato dalla natura per aumentare la superficie
utile alla produzione delle spore.
Un’altra cosa importante da dire e che può sembrare
incredibile, è che nonostante molti funghi siano ricercati per preparare
gustose specialità culinarie, “essi sono stati creati per mangiare, più che per
essere mangiati”
Questa affermazione appare chiara una volta compreso
il sistema nutrizionale dei miceli.
Sistemi nutrizionali
I funghi per vivere hanno bisogno di alimentarsi a spese di altri Organismi Animali o Vegetali, siano essi Vivi o Morti.
In base al sistema nutrizionale
adottato, essi vengono distinti in tre gruppi: Saprofiti, Parassiti e
Simbionti.
Funghi Saprofiti
Vengono chiamati Saprofiti, quei funghi, che si nutrono di sostanze animali o vegetali morte.
Questi insieme ai batteri e ad altri
microrganismi, svolgono l’importante funzione di degradare le sostanze
organiche, affinché tutti gli esseri animali o vegetali morti possano essere
riciclate sotto forma di acqua, sali minerali e anidride carbonica, assicurando
così il ripetersi del ciclo biologico.
In parole ancora più semplici, i
funghi saprofiti mediante il loro micelio si nutrono di sostanze organiche di
organismi oramai morti, riducendone la consistenza e preparando la strada ai
batteri e ad altri microrganismi, i quali completeranno la trasformazione delle
sostanze organiche in sostanze inorganiche.
E’ a questi funghi, che dobbiamo il
merito dell’autopulizia del bosco; è grazie a loro che scompaiono dal terreno
le foglie, i rami, i frutti e tutti gli altri cascami vegetali, nonché i
residui organici degli animali e degli insetti.
L’humus del terreno, costituito da
detriti vegetali nei diversi stati di decomposizione, rappresenta la principale
nutrizione di tantissimi “Funghi Saprofiti”, sia macroscopici, che
microscopici.
Fra i macroscopici, che sono quelli
per noi più interessanti, possiamo citare i “Prataioli” (Agaricus Arvensis,
Campestris, ecc.), le “Mazze da tamburo” (Macrolepiota Mastoidea, Procera,
ecc.),
le “Lepiste” (Lepista Nuda), la Famigliola, oltre a diversi “Coprinus”,
“Panaeolus”, ecc..
Funghi Parassiti
Sono “Funghi Parassiti” quelli che si nutrono di sostanze animali o vegetali vive.
Questi funghi rappresentano un grave pericolo per i
vegetali o gli animali su cui prolificano e possono anche condurli alla morte.
La “Peronospora”, la “Ruggine del frumento”, il “Mal
secco della patata”, sono gli esempi
più
noti di malattie di origine fungina diffuse nel Regno Vegetale.
Il compito di questi “funghi-demolitori” è quello di
aiutare la natura a regolare il proprio equilibrio; di solito attaccano gli
alberi più gracili, quelli la cui presenza è dannosa al bosco in quanto
sottraggono sostanze nutritive ad altri alberi sani vicini.
In questo modo il bosco si libera in modo naturale
degli organismi, che ne compromettono l’armonia.
Nello stesso modo, sono spesso i funghi (microfunghi)
a ripulire l’ambiente da un’eccessiva presenza di alcuni insetti o animali.
Va inoltre detto, che diversi “Funghi Parassiti”
modificano il loro sistema nutrizionale passando dal “parassitismo” (nutrizione
a scapito di organismi vivi) al “saprofitismo” (nutrizione a scapito di
organismi morti).
Si assiste così alla proliferazione di questi funghi
anche dopo che l’albero ospitante è oramai morto; la Famigliola, che è uno dei
“Funghi Parassiti” più noti, continua ad alimentarsi dal ceppo dell’albero di
cui ha causato la morte, fino a quando rimane del legno di cui nutrirsi.
Possiamo perciò dire che è un fungo “assassino”, ma
molto “educato”, poiché provvede lui stesso a ripulire l’ambiente dai resti
della propria “vittima”.
Funghi Simbionti
I “Funghi Simbionti” sono quelli che conducono una vita di scambio con altri organismi viventi.
Infatti il micelio entra in simbiosi
con le radici degli alberi, degli arbusti e delle erbe, effettuando con esse
uno scambio continuo e reciproco di sostanze nutritive.
Il fenomeno viene chiamato “Micorriza” ed è vantaggioso sia per il
fungo che per la pianta, in quanto questa si serve del micelio per allargare
notevolmente la superficie da cui trarre nutrimento ed il fungo riceve indietro
dalla pianta, (una volta che questa ha completato il proprio ciclo annuale,
avendo prodotto gemme, foglie, fiori e frutti) gli eccessi di alimentazione
oramai fotosintetizzati, con i quali esso si nutrirà; siccome ciò avviene
generalmente dalla fine dell’Estate all’Autunno, questo è il periodo in cui i
miceli “ipernutriti” fruttificheranno facendo emergere dal terreno i nuovi
carpofori.
E’ ampiamente dimostrato, che gli alberi
micorrizati crescono assai più
rigogliosi degli altri e per questo motivo la comparsa di funghi simbionti in
un bosco ancora giovane è indicativo di un sano ed equilibrato sviluppo dello
stesso.
Va inoltre ricordato che una specie di funghi può
stabilire un rapporto di simbiosi con alberi di specie diverse, o che uno
stesso albero lo può fare con varie specie di funghi, anche se in diversi casi
si può notare un’affinità fra fungo e
pianta.
Per concludere si può affermare che proprio conoscendo
i sistemi nutrizionali dei funghi possiamo comprendere la loro insostituibile
funzione nell’ecosistema boschivo; i Funghi Saprofiti disgregando le sostanze
vegetali ed animali, aprono la strada ai batteri e ad altri microrganismi, che
concluderanno il lavoro.
I Funghi Simbionti contribuiscono
all’approvvigionamento di sostanze nutrizionali per alberi, arbusti ed erbe ed
i Funghi Parassiti svolgono l’importante ruolo di selezione naturale attaccando
gli alberi malati o meno sani a vantaggio degli altri presenti nella stessa
zona.
E’ quindi evidente, che i funghi debbono essere
rispettati e che la loro raccolta deve essere effettuata senza eccessi come
quantità, rispettando la maturazione e evitando di danneggiare quelli non
commestibili.
Valore alimentare dei funghi
I funghi hanno uno scarso valore energetico (100 gr. =
25 Kcal.); infatti essi contengono acqua
per l’ 80-90% del loro peso fresco, carboidrati
per un 3-5%, proteine anch’esse
per un 3-5% e grassi per un massimo
di un 1%.
Contengono inoltre anche sali minerali (Potassio, Fosforo, Ferro, Rame e Zinco), vitamine (A-B-D-K), enzimi e sostanze antibiotiche.
Per la presenza di carboidrati e proteine non
assimilabili, i funghi devono essere considerati alimenti complementari e vanno consumati con moderazione al fine di
evitare indigestioni, che qualche volta possono essere anche scambiate per
intossicazioni.
Per coloro che vogliono conservare i funghi è
necessario conoscere bene le tecniche ed applicarle con molto scrupolo,
soprattutto per la conservazione sottolio e sotto vuoto, visto che è proprio in
questi ambienti anaerobici che si sviluppa il botulino.
Tossicità dei funghi
Le esperienze finora avute hanno dimostrato che
esistono specie commestibili, specie tossiche, specie velenose, nonché specie
non commestibili per il loro sapore e per la loro durezza e che ancora non
esiste una metodologia per determinare prima del consumo la tossicità di un
fungo.
Non sono significative le reazioni degli animali a cui
si fa consumare un fungo, in quanto non sempre paragonabili a quelle dell’uomo.
Non è attendibile la ricerca chimica, perché a volte
la presenza di elementi tossici non coincide con la sua tossicità
La reazione individuale è molto variabile e dipende
dalle condizioni di salute, dal peso corporeo, dall’età e da eventuali reazioni
allergiche nei confronti del fungo consumato.
Visto che non si può fare affidamento su metodi
scientifici per sapere preventivamente se un fungo è commestibile o no, tanto
meno bisogna aver fiducia nei metodi empirici, che non sono altro che il frutto
di errate credenze popolari ancora oggi in uso.
Bisogna invece ricordarsi di non raccogliere funghi
cresciuti vicino alle strade, agli stabilimenti industriali o a colture
trattate chimicamente, in quanto possono essere accumulatori di metalli pesanti
o sostanze chimiche, che se ingerite possono provocare pericolose
sintomatologie.
Per concludere ricordiamo alcune leggende a cui non bisogna assolutamente credere, perché
non vere e cioè che:
·
Sono tutti
commestibili i funghi che crescono sul legno;
·
Sono tutti
commestibili i funghi che crescono nei prati;
·
Sono tutti
commestibili i funghi rosicchiati dagli animali;
·
Se l’aglio o
l’argento messi a contatto con il fungo, non anneriscono, esso è commestibile;
·
Sono tossici o
velenosi i funghi cresciuti a contatto di metalli o cuoio;
·
Sono tossici o
velenosi i funghi cresciuti a contatto di piante velenose;
·
Sono tossici o
velenosi i funghi toccati da serpi o vipere;
·
Sono tossici o
velenosi tutti i funghi che virano di colore alla loro manipolazione;
·
Si elimina la
tossicità o velenosità di un fungo, togliendone alcune parti (ad es. Imenio o
Cuticola).
Come abbiamo prima detto non esiste un
metodo scientifico preventivo per stabilire se un fungo è tossico, oppure
commestibile e l’unico elemento valido è farlo esaminare dall’Ispettorato
Micologico dell’ASUR di appartenenza, o dalla conoscenza che deriva
dall’attenzione per il singolo fungo, osservato attentamente in tutte le
caratteristiche che lo compongono, al fine di determinare con esattezza il
genere e la specie e quindi la presenza o meno di principi tossici.
Questi
possono essere di due categorie:
·
Principi tossici eliminabili;
·
Principi tossici ineliminabili.
I primi possono essere eliminati con il
calore in quanto termolabili ed il risultato si ottiene quando la temperatura
raggiunge i 70° circa ed il tempo di cottura è di almeno 15 minuti.
Tra i funghi che contengono questi
principi ricordiamo l’Amanita Gemmata, l’Amanita
Rubescens, l’Amanita Vaginata o Pettinello
appartenente al gruppo delle Amatopsis (cioè prive di anello), l’Armillaria
Mellea,
Molto più pericolosi sono i principi tossici non eliminabili,
perché qualsiasi intervento a cui noi sottoponiamo il fungo non serve
assolutamente a modificarne le caratteristiche di tossicità.
Esistono vari gradi di tossicità, che vanno
da lievi effetti a gravissimi avvelenamenti, che possono portare fino al
decesso.
In molte sindromi la gravità è dovuta
alla quantità ingerita, ma in altrettanti casi i principi tossici sono così
nocivi che bastano pochi grammi di fungo per produrre esiti disastrosi.
Questi principi tossici non eliminabili, possono
produrre due tipi di sindrome:
·
Sindrome a lunga incubazione;
·
Sindrome a breve incubazione.
Le forme di avvelenamento più pericolose sono quelle a
lunga incubazione in quanto, allorchè i sintomi vengono avvertiti i principi
tossici hanno ormai provocato danni tali che gli interventi curativi risultano
spesso inutili; mentre invece se i sintomi fossero precoci, renderebbero valide
le cure praticate.
E’ pertanto evidente che la diagnosi precoce è un
mezzo decisivo per una cura il più possibile efficace ed è altrettanto evidente
che per effettuare una diagnosi attendibile è necessario che l’individuo che ha
consumato il fungo responsabile dell’avvelenamento, lo descriva meglio che può,
indichi il luogo di raccolta e se possibile mostri gli eventuali avanzi
rimasti.
INTOSSICAZIONI DA FUNGHI POTENZIALMENTE MORTALI
“SINDROMI A LUNGA
INCUBAZIONE”
SINDROME
|
LATENZA |
PROB. CLINICI |
PROGNOSI |
SPECIE RESP.LI |
FALLOIDEA |
Dalle 7 alle 24 -30 ore. |
Problemi gastroin.li nella I° fase, app.te miglioramento nella II° fase, a cui
segue un’insufficienza epatica acuta nella III° fase, che di solito porta al
decesso. |
MOLTO GRAVE. Rapida ospedalizzazione in un Centro di Rianimazione
e Terapia Intensiva o in Reparti opportunamente attrezzati. |
Amanita Falloide, Verna e Virosa. Lepiota Helveola,
Josserandii, Brunneoincarnata, Fuscovinacea,
ecc.. Galerina Marginata Pholiotina Filaris. |
ORELLANICA |
Dalle 4 alle 48 ore e fino a 20 giorni. |
Problemi gastroin.li poi dopo una fase di remissione
(anche di 20 giorni), segue generalmente una improvvisa e grave insuffic.za renale.
E’ possibile il decesso in stato di coma uremico. Molto frequente è il danno
renale permanente e invalidante. |
Come sopra |
Cortinarius Orellanus, Speciosissimus, Vitellinus, Atrovirens,
Splendens, Cinnamomeus, Phoniceus, ecc.. |
GIROMITRICA |
Dalle 5 alle 24 ore e più. |
Problemi gastroin.li (nausea, vomito, diarrea),
cefalea e disidratazione. Successivo interessamento dei reni e del fegato,
che porta ad un insufficiente funzionamento degli stessi. Si possono avere
anche disturbi visivi e neuropsichici. La morte può avvenire a volte per arresto
cardiaco o in stato di coma. |
Come sopra |
Gyromitra Esculenta e congeneri (ancora più
pericolosi allo stato crudo). |
PAXILLICA |
Da |
Da |
Come sopra |
Paxillus Involutus. |
INTOSSICAZIONI DA FUNGHI NORMALMENTE BENIGNE (I° Tab.)
“SINDROMI A BREVE INCUBAZIONE”
SINDROME
|
LATENZA |
PROB. CLINICI |
PROGNOSI |
SPECIE RESP.LI |
MUSCARINICA |
Da 30 minuti a 4 ore. |
Problemi gastroin.li (vomito, diarrea, dolori
addominali). Problemi nervosi (sudorazione, scialorea, lacrimazione,
brachicardia, ipotensione), qualche volta anche tremori, crampi, disturbi
visivi, ecc.. |
GENERALMENTE FAVOREVOLE. E’ consigliabile una prudenziale ospedalizzazione. |
Clitocybe Dealbata, Rivulosa, Cerussata ed altre Cl.
Bianche. Inocybe Geophylla, Napipes, Fastigiata, Asterospora,
ecc.. |
PANTERINICA |
Da 30 minuti a 4 ore. |
Problemi gastroin.li (vomito, diarrea, dolori
addominali). Problemi nervosi a componente psic.ca, più o meno rilevanti (vertigini,
euforia, ebbrezza, collera, stato confusionale, ansia, allucinazioni
visive, sonnolenza, ecc.). |
Come sopra |
Amanita Muscaria, Panterina ed altre varietà e
specie affini. |
ALLUCINOGENA |
Da 15 minuti a 2 ore. |
A volte problemi gastroin.li. Turbe neuropsichiche
di tipo maniacale o depressivo (euforia, litigiosità, angoscia, visioni
colorate e distorte di oggetti). Dist. neuroveget.vi (cefalea, vertigini,
brachicardia, torpore, ecc.). |
Come sopra |
Psilocybe Cyanescens, Semilanceata, ecc.. Panaeolus
Subbalteatus, ecc.. Mycena Pura e sue varietà. |
COPRINICA |
Da 10 minuti dopo l’ingestione di Prod. Alcolici, ma
da |
Problemi cardiov.ri (congest.ne, cianosi e arross.nto
del viso, del cuoio capelluto, che può estendersi al resto del corpo), accomp.
da vampe di calore, tachicardia, cefalea. L’effetto dura da 30 min. a 2 ore e
può ripetersi ad ogni assunzione di alcool, fino a 2 – 6 giorni. |
GENERALMENTE FAVOREVOLE. Ospedalizzazione solo in via eccezionale
(cardiopatici o casi particolarmente gravi). |
Coprinus Atramentarius e specie affini. |
INTOSSICAZIONI DA FUNGHI NORMALMENTE BENIGNE (II° Tab.)
“SINDROMI
A BREVE INCUBAZIONE”
SINDROME |
LATENZA |
PROB. CLINICI |
PROGNOSI |
SPECIE RESP.LI
|
RESINOIDE |
Da 15 min. a
8 ore. Qualche volta già sul finire del pasto. |
Problemi gastroin.li (nausea, vomito, diarrea,
ecc.), cefalea, vertigini, brachicardia, brividi, prostrazione. Qualche volta a complicare la diagnosi, possono
sovrapporsi disturbi di tipo muscarinico, allucinogeno o falloideo. |
GENERALMENTE FAVOREVOLE. I casi lievi possono essere seguiti
ambulatorialmente, ma siccome non sappiamo cosa abbiamo mangiato è sempre
consigliabile una prudenziale ospedalizzazione. |
Entoloma Lividum, Nidorosum, ecc.. Tricholoma
Tigrinum, ecc.. Omphal. Olearius. Boletus Satanas e Purpureus. Hypholoma Fasciculare e Sublateritium. Lepiota Venerata. Alcune specie di Russula, Lactarius, Agaricus, Ramarla,
oltre ad alcune Collybia, Hebeloma, Sclerodermia, ecc.. |
EMOLITICA |
Da 30 min. a 14 ore. |
Problemi gastroin.li (nausea, vomito, diarrea,
coliche addominali, ecc.). |
PIUTTOSTO GRAVE. E’ necessaria una rapida ospedalizzazione, meglio se
in un Centro ben attrezzato. |
Amanita Rubescens, Aspera, Vaginata. Qualche specie di Tricholoma, Lactarius, Helvella,
se consumati crudi o poco cotti. |
GASTROENT.CA E LASSATIVA |
Dalla fine del pasto a qualche ora. |
Problemi gastroin.li (nausea, vomito, diarrea con o
senza dolori gastroint.li), eritemi e/o prurito. Qualche volta può esservi un rialzo termico. |
GENERALMENTE FAVOREVOLE. E’ consigliabile una prudenziale ospedalizzazione. |
Funghi commest.li, consumati in stato di
degradazione più o meno avanzato. Anche altri prodotti alimentari nelle stesse
condizioni possono causare effetti analoghi. |
PRINCIPALI SPECIE FUNGINE
PRESENTI NELLA ZONA DI PIANELLO
Nome dialettale Nome Scentifico Commestibili
- Tossici
- Velenosi
-
Porcino del faggio Boletus
Edulis e Boletus Aestivalis
-
Porcino del cerro
Boletus Aereus
-
Pinarolo Suillus
Luteus
-
Bietta Verde Russula
Virescens
-
Bietta Viola Russula
Cyanoxantha
-
Bietta Arancione Russula Aurata
-
Tufarone Russula Delica
-
Lattario - Sanguinello Lactarius
Salmonicolor e Lactarius Sanguifluus
-
Boleto Amanita
Caesarea
-
Pettinello o Pettinuccio Amanita Vaginata
-
Farinaccio Amanita Ovoidea
-
Spigno o Spignolo Calocybe
Gambosa o Lyophyllum Georgii
-
Spigno color carne Clitocybe
Geotropa
-
Spigno autunnale Lyophyllum Decastes
-
Spigno Viola Lepista Nuda
-
Fungo dello spino Clitopilus Prunulus
-
Galletto Cantharellus Cibarius
-
Trombetta dei morti Craterellus
Cornocopioides
-
Carrpinella Hydnum
Repandum
-
Prataiolo Agaricus Campestris e Agaricus Bitorquis
-
Turino Agaricus Arvensis e Agaricus
Macrosporus
-
Mazza di tamburo o Locco Macrolepiota Procera
-
Filarola o Filaiola Marasmius
Oreades
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Spugnola o Rocca Morchella
Esculenta, Morchella Rotunda e Morch. Conica
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Bigella o Moretta Tricholoma
Terrreum
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Rosciolo Camarophyllus
Pratensis e Hygrocybe Punicea
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Sanguinello Hygrophorus
Russula
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Lardello Hygrophorus Penarius
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Orecchione o Gelone Pleurotus Ostreatus
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Famigliola Armillaria Mellea
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Pioppino Agrocybe Aegerita
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Manina Ramaria
Aurea
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Fungo dell’inchiostro Coprinus
Comatus
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Clitocibe bianca Clitocybe Dealbata, Clitocybe Cerusssata, ecc.
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Spigno grigio Clytocybe Nebularis e Entoloma Lividum
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Bietta Russulla Olivacea
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Bietta caprina Russula
Emetica
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Tufarone dal latte Lactarius Pergamenus
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Porcino del lupo Boletus
Satanas
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Falso Galletto Omphalotus Olearius
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Falsa Famigliola Hypholoma Fasciculare e Hypholoma Sublateritium
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Tignosa Amanita
Panterina
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Manina Ramarie
in generale
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Amanita Falloide Amanita Phalloides
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Cortinarius Cortinarius Orelllanus, Cortinarius
Speciosissimus, ecc.
© Massimo Vantaggi - Gennaio 2021
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