di Paolo Faraoni
Zio don Vincenzo Faraoni era Il fratello del nonno paterno Paolo, e
per la sua importante figura di prete intelletuale, professore, e
scrittore ho sempre avuto tanta stima e rispetto.
Nonostante i suoi impegni alla
curia a Roma e nel seminario regionale di Fano dove insegnava teologia
dogmatica (la disciplina insegnata dal Papa J. Ratzinger) non mancava mai
durante le feste più importanti dell’anno di venire a Secchiano a casa del
nonno, dove per l’occasione si radunavano un po' tutti i nipoti. Ho poi avuto
modo di frequentarlo spesso quando in seconda media frequentavo per degli
approfondimenti della lingua francese una anziana signorina francese ospitata a
Cagli dalle suore che mi dava delle lezioni quasi quotidiane. Siccome anche lo
zio frequentava le stesse monache per il pranzo, ci vedevamo spesso e non
mancava mai di ricordarmi l’importanza dello studio, delle lingue, e della
religione. A volte mi regalava delle
penne e dei quaderni e anche delle belle predicozze con la sua voce
inconfondibile e troppo profonda per quel suo aspetto esile racchiuso in una
lunga tonaca nera. Don Vincenzo era soprattutto una voce, e nella omelia pronunciata durante il rito funebre, il
Vescovo di Fano S.E. Mons. Costanzo
Micci, pone l’accento proprio sulla grande abilità oratoria di Don Vincenzo, che
non mancava mai di esibirla durante le feste più importanti dell’anno riempendo
le piazze e le chiese di tutta Italia, ricadendo come pioggia nelle chiese
sperdute di paesini, nelle cattedrali superbe, nelle piazze e nei crocicchi.
Come ricordato prima zio don
Vincenzo collaborò con molte riviste ecclesiastiche e numerosi giornali e
scrisse tanti libri molti dei quali ancora recuperabili nei vari siti di
acquisto libri on-line.
Qui
sopra testimonianza di suo nipote Lorenzo Paganucci sindaco di Cagli dal (8 dicembre 1960 al 3 agosto 1968) a ricordo di Don Vincenzo
Conclusioni.
Ho pubblicato su questo blog le
storie di diversi preti, ad iniziare da Don Mariano Mariotti geologo e
paleontologo, di Don Ubaldo Bartoccioni prete modernista esiliato a San Vitale,
di Don Giuseppe Celli deportato e ucciso dai nazisti, e di Don Domenico
Rinaldini altro paleontologo e geologo del Nerone, e ora non potevo non
ricordare mio zio Mons. Don Vincenzo Faraoni. Chi mi conosce sa che non sono
particolarmente “pretino” anzi tutt’altro, ma è anche vero che sono da sempre
affezionato a quei personaggi di spessore che hanno dedicato la vita non a
accumulare potere e denari, ma a seguire la via interiore della conoscenza e della
spiritualità.
Paolo Faraoni Settembre 2019.
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