La battaglia di Pagino già detta di Tagina e la nascita dell'Abbazia di San Vincenzo al Furlo







Lo scorso mese di maggio, ad Apecchio, il ricercatore di storia locale, nonché Presidente dell’Associazione Amici della Storia, Leonello Bei, ha presentato la sua ultima fatica “La battaglia di Pagìno già detta di Tagina e la nascita dell’abbazia di San Vincenzo al Furlo”. L’autore in questo lavoro di circa 130 pagine, affronta una questione molto delicata, quella della famosa battaglia fra il re dei Goti Totila e il comandante bizantino Narsete, che di fatto nel 552 mise fine ad un sanguinoso ventennio di guerra fra bizantini e goti, caratterizzato anche da epidemie e carestie, che vide questi ultimi soccombere e i bizantini riprendere il controllo della penisola.

L’egemonia bizantina durò poco, fino all’avvento dei Longobardi, che con la loro invasione segnarono una cesura nella storia italiana, ma la battaglia di Tagina, raccontata dallo storico bizantino Procopio ne “La guerra gotica”, fin dal ‘500 ha impegnato gli eruditi e gli studiosi in accanite dispute per individuare il luogo esatto in cui si svolse.

Il racconto di Procopio, alla base di tutti gli studi, ha lasciato molti margini di incertezza e la conseguenza, nel tempo, è stata che con il susseguirsi degli studi, talvolta grossolani e improntati ad uno sfacciato campanilismo, le località individuate come ipotetico luogo della battaglia sono diventate molteplici.

La tesi, ardita e controcorrente, sostenuta in questo accurato lavoro da Leonello Bei, già sinteticamente esposta in un articolo apparso in questo blog nel 2015 (Totila, il re dei Goti, e la Battaglia di Tagina 552 d.C.), è che questa avvenne nella piana compresa fra la frazione di Calmazzo (PU) e l’imbocco della Gola del Furlo, proseguì poi nella pianura compresa fra Acqualagna e Smirra di Cagli e che poi la salma di Totila fu portata a Cagli dove venne tumulata.

Questa ricostruzione dei lontani fatti del 552 d.C., che lancia un macigno nel già agitato mare delle contrapposte ipotesi sulla localizzazione della battaglia di Tagina, ovviamente si fonda sull’analisi degli scritti di Procopio, ma poi si appoggia, per il completamento e l’integrazione delle notizie mancanti, sui lavori di numerosi eruditi del Cinquecento e del Seicento che avevano lavorato alla medesima tesi, in particolare il cardinale Raffaele Maffei, detto il Volterrano) e suo fratello Mario, che nel 1506 pubblicarono un poderoso lavoro (Commentarium Rerum Urbanorum) e l’urbinate Bernardino Baldi (La difesa di Procopio contro le calunnie di Flavio Biondo, 1627), oltrechè sui testi di molti altri studiosi come ad esempio lo storico Carlo Troya che nel 1855 pubblicò il Codice diplomatico longobardo

Un'immagine della presentazione del libro ad Apecchio: a destra l'autore Leonello Bei, a sinistra il Prof. Renzo Savelli che ha introdotto l'argomento e, al centro, il moderatore Stefano Cristini 

Premesso che ad oggi non esistono evidenze archeologiche a sostegno di nessuna delle tesi sin qui accolte come plausibili e non ne esistono nemmeno a sostegno della tesi di Bei, riteniamo che il lavoro sia di ulteriore stimolo per gli studiosi e per gli appassionati per approfondire la questione, acquisendo un nuovo punto di vista, meritevole di attenzione e che, come tutte le tesi, dovrà essere sottoposto a rigorosa verifica.

Completa lo studio un interessante capitolo sulle presunte origini dell’abbazia di San Vincenzo al Furlo, origini che, secondo l’autore sono da mettere in stretta correlazione con la battaglia stessa e ne confermano la localizzazione nelle aree individuate.

Non mancheranno quindi al lettore gli stimoli (consigliamo di leggere il testo di Bei avendo fra le mani anche il testo di Procopio) e agli studiosi, contrapposti su fronti avversi, i temi e le critiche per alimentare i carboni ardenti della polemica, che ci auguriamo sempre costruttiva.

Chi fosse interessato all'acquisto del libro può contattare l'autore tramite la pagina Facebook della Associazione Amici della Storia di Apecchio.

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