I nuovi sentieri intorno a Secchiano

di Paolo Faraoni 







Ultimamente nei dintorni di Secchiano, grazie al notevole impegno profuso da Carla Mensali, come “Massara prima  e consigliere della Villa ora ” si stanno ripristinando diversi sentieri, da sempre utilizzati nei tempi che furono, ma che negli ultimi decenni erano stati invasi in molti tratti da arbusti e macchia rendendoli di fatto inutilizzabili. La loro perfetta ripulitura gli ha resi nuovamente  agibili creando degli interessanti sentieri naturalistici, facili da percorrere e che permettono una vista panoramica del territorio, del fiume Bosso e di importanti strati rocciosi ricchi di fossili e inoltre si è recuperato l’ antico sentiero utilizzato mille anni fa dagli eremiti di San Nicolò del Bosso.

IL SENTIERO GIALLO  parte dal Locco e si inoltra  lungo la vecchia strada per Cagli utilizzata fino alla seconda guerra mondiale,  quando il  ponte d’Sass fu minato e distrutto dalle truppe tedesche in ritirata. Il sentiero è quasi tutto pianeggiante e permette una agevole passeggiata che costeggia  il fiume Bosso.

Vecchia strada per Cagli

             

Dopo un leggera salita che permette una bella e inconsueta vista  su Secchiano e Ca’ Giovanni si discende nei campi di Pian d’Andrea e si continua lungo il Bosso fino alla passarella.

Secchiano e Ca’Giovanni
Il tragitto da Secchiano alla passarella è molto bello e rilassante, facile da percorrere e indicato per tutti. Si attraversano boschetti di querce  di corniolo, e d’estate è possibile effettuare  un rinfrescante bagno nelle acque limpide del fiume.



IL SENTIERO ROSSO, parte dalla passarella a pochi metri dall’inizio del sentiero delle ammoniti. Si prosegue lungo i campi ormai riconquistati dalla boscaglia dell’Isla, dove lungo il fiume emergono gli antichi strati fossiliferi della corniola carixiana.
  
Strati di roccia carixiana
Dopo circa 500 metri si incontra  un manufatto di ispirazione buddista, costruito nella passata estate da qualche seguace di religioni orientali, proveniente dai vicini casolari umbri e che in estate vengono spesso al fiume a rinfrescarsi.



  
Da sinistra: manufatto di ispirazione buddista con bandierine colorate al vento e il vecchio sentiero degli eremiti.




Anche questo sentiero è molto facile da percorrere e adatto a tutti. Dopo aver  attraversato quelli che erano i campi di un tempo, ci si inoltra nel bosco di lecci, attraversando le antiche formazioni rocciose della corniola sinemuriana vecchia di 200 milioni di anni. Questo era un antico sentiero utilizzato dagli eremiti del vicino eremo di San Nicolò del Bosso, e ad ogni curva sembra ancora di scorgere tra qualche pianta di leccio, la sagoma  di un eremita o del priore che con passo affrettato ritorna all’eremo dopo avere sbrigato qualche  affare a Secchiano o a Cagli.
Nei pressi della sorgente di San Nicolò il sentiero arriva al fiume, dove dagli intagli sullo scoglio  si può ipotizzare un  manufatto umano che serviva per le strutture di un ponte o di una passarella, visto che in quel punto il fiume è molto stretto.


                                  Le acque limpide del Bosso

 

                         Mura esterne dell’eremo di San Nicolà del Bosso.

 
Il Bosso nei pressi dell’Eremo e alcuni ruderi.






IL SENTIERO
DELLE AMMONITI

Nell’estate del 2018 è stato aperto il  “Sentiero delle ammoniti”, che a un chilometro da  Secchiano di Cagli lungo la strada che porta a Pianello, si inerpica per 700 metri sul fianco del Monte Petrano. 



Il sentiero attraversa il fiume Bosso, grazie alla comoda passerella ripristinata dell’Università agraria di Secchiano, ed è stato reso fruibile anche  con il contributo della Unione Montana Catria e Nerone che si è resa subito disponibile al suo ripristino.
Già a metà ottocento, questo sentiero era percorso dal noto paleontologo Don Mariano Mariotti parroco di Secchiano, che si inerpicava con gli studiosi italiani e stranieri lungo queste vallate e la cui collezione è esposta in piccola parte, al museo archeologico della Via Flaminia  di Cagli. Lungo il percorso ci sono apposite piazzole di sosta e una cartellonistica che spiega in modo semplice l’importanza degli affioramenti Toarciani che affiorano lungo il percorso.



Il primo stop lungo il sentiero è previsto a fianco della sezione studiata nel 1984, dove oltre alla scoperta del membro “ i Lecceti” contenente una inedita fauna ad ammoniti.

IL MEMBRO “I LECCETI”

Il membro “I Lecceti” dal nome della località  dove è stato rinvenuto, e da dove provengono le ammoniti figurate fa parte della formazione delle Marne del Monte Serrone (presente a volte tra Corniola e Rosso Ammonitico), con uno spessore generalmente di un metro e di colore dal grigio-blu al rosato.
La nuova zonazione con la zona a E. mirabilis è importantissima, anche a livello internazionale, poiché sposta in alto il limite Domeriano-Toarciano. Nuovi generi di ammoniti, Secchianoceras, Petranoceras, Paralioceratoides, sono stati trovati in  questo membro calcareo-marnoso dell’unità nota generalmente come “Marne del Serrone”. Tale membro, tipico del M. Petrano, e della  Gola del Furlo,  è stato trovato anche in Umbria nelle località: Fosso di Pozzale, Monti Martani, e Valdorbia (presso Scheggia).


Ha generalmente uno spessore di circa 1 metro e contiene ammoniti Hildoceratidae che indicano la parte sommitale del Domeriano e non la parte basale del Toarciano come comunemente si crede. Quindi la nostra opinione sul limite Domeriano – Toarciano è differente da quella presentata da molti autori Guex 1073, Dean e al. 1961 secondo i quali il limite Domeriano/Toarciano deve essere tracciato al di sopra degli ultimi Pleuroceras e al di sotto dei primi Dactylioceras abbondanti. 



Ma nelle nostre sezioni dove è presente il membro “I Lecceti” coesistono ammoniti tipicamente domeriane: Distefaniceras, Emaciaticeras-Tauromeniceras, Fontanelliceras-Protogrammoceras, Lioceratoides, Meneghiniceras, Calaiceras ecc. con abbondanti Eodactylites (considerato sottogenere di Dactylioceras per le forme siciliane) che confermano l’attribuzione dei “Lecceti” al Domeriano sommitale.


                     

Proseguendo lungo il sentiero possiamo raggiungere gli affioramenti delle zone del Toarciano (To4 zona Erbaense) e del (To5 zona a Meneghini).



         
Il sentiero continua ancora fino a raggiungere “ le lastre” ovvero gli ultimi livelli di Corniola domeriana e infine i livelli del (To3 zona a Bifrons).




Sotto alcuni generi di ammoniti presenti nel Rosso Ammonitico del Bosso. 


Conclusioni.
Vista la pluriennale collaborazione con Ver Sacrum, ho voluto qui presentare  uno dei capitoli che troverete nel libro di prossima pubblicazione.


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Paolo Faraoni 2019

1 commento:

  1. Trovo citato, come originario di Secchiano, il prof. Artemio Faraoni che fu per circa vent'anni docente di Lettere al liceo classico "Nolfi" di Fano e poi, trasferitosi a Milano, fu docente al classico "Parini". È possibile avere informazioni biografiche più dettagliate? Date complete di nascita e di morte, famiglia, studi, carriera ecc.? Grazie della eventuale risposta.

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