di Paolo Faraoni
Chi
percorre la valle del Bosso tra la Romita e il Pianello a piedi o in bici si
sarà accorto che negli strati di roccia che affiorano dal sito del “Livello
Faraoni” a tutta la serie della maiolica (gli stati di roccia biancastra) sono presenti
un numero notevole di fori alcuni dei quali colorati di azzurro. Gli esperti
del settore sanno bene che molti di questi fori sono stati prodotti dai vari
campionamenti fatti dagli studiosi di microfossili quali foraminiferi (fossili
di organismi marini, dotati di un guscio, di
solito concamerato, in genere calcareo) o di altre specie. Oltre alla ricerca
di microfossili, questa serie cretacica del Bosso, datata con i nostri studi
sugli ammoniti, permette anche lo studio sul paleomagnetismo che è una disciplina, facente parte
della geofisica, che studia le proprietà
magnetiche di rocce e sedimenti e le caratteristiche del campo geomagnetico del
passato, sia in termini direzionali che di intensità. Rocce e sedimenti contengono
infatti piccole quantità di minerali ferromagnetici che, durante la diagenesi
del sedimento, si dispongono statisticamente secondo le linee di
flusso del campo magnetico terrestre presente in quel momento. Datando la
roccia e studiando la direzione di magnetizzazione dei minerali magnetici, è
possibile dunque risalire all'intensità e alla direzione del campo magnetico
terrestre presente al momento della formazione della roccia stessa.
Qui sopra la sezione tipo del “Livello Faraoni” del Bosso e un particolare dei fori nella roccia. |
Incuriosito da questo insolito numero di fori, ho chiesto all’amico
prof.Marini Augusto se sapeva qualche cosa in merito, e dopo pochi giorni, mi
ha inviato, la pubblicazione che ha come base i campionamenti fatti nella valle
del Bosso e lungo la strada che da Chiaserna porta al monte Catria, dove
qualche anno fa abbiamo studiato la sezione di maiolica del Valanginiano e
Hauteriviano. Infatti grazie ai nostri studi sugli ammoniti del cretacico, che hanno
datato con certezza le rocce esposte, l’equipe di studiosi capeggiata dal prof.
Birger Schmits dell’università di Lund (Svezia)
e dal famoso Walter Alvarez della Berkeley University of California sono
venuti in Italia a prelevare campioni di materiale. Con l’ausilio di tecnologie
innovative hanno poi estrapolato dai campioni di roccia, gli spinelli
ossia minuscole meteoriti precipitate in
mare milioni di anni fa, conservate nei fanghi marini, che nel tempo si sono poi trasformati negli gli strati di roccia attuali.
Questo è il lavoro degli scienziati, pubblicato nella rivista della “The
Geolocical Society of America”:
Meteorite flux to Earth in the Early
Cretaceous as reconstructed from sediment-dispersed extraterrestrial spinels )
Birger
Schmitz 1,2*, Philipp R. Heck2, Walter Alvarez 3,4, Noriko T. Kita5, Surya S.
Rout 2, Anders Cronholm1, Céline Defouilloy 5, Ellinor Martin 1, Jan Smit 4,6,
and Fredrik Terfelt 1 1Astrogeobiology Laboratory, Department of Physics, Lund
University, SE-22100 Lund, Sweden 2Robert A. Pritzker Center for Meteoritics
and Polar Studies, The Field Museum of Natural History, Chicago, Illinois
60605, USA 3Department of Earth and Planetary Science, University of
California, Berkeley, California 94720, USA 4Osservatorio Geologico di
Coldigioco, Contrada Coldigioco 4, 62021 Apiro, Italy 5WiscSIMS, Department of
Geoscience, University of Wisconsin–Madison, Madison, Wisconsin 53706, USA
6Department of Sedimentary Geology, Vrije Universiteit, 1081 HV Amsterdam,
Netherlands.
La pubblicazione
tratta lo studio degli Spinelli, ovvero
gocce microscopiche di meteoriti. Questi minuscoli minerali hanno le
dimensioni di un granello di sabbia, e possono sopravvivere ai più duri
cambiamenti atmosferici e chimici sulla superficie terrestre.
I ricercatori svedesi (con capo progetto Birger
Schmitz, un geologo marino dell'Università di Lund, in Svezia) sperano di
raccoglierne abbastanza, e in diverse parti del mondo, per rinvenire i luoghi
delle esplosioni di enormi asteroidi nello spazio e eventi simili che dettero
luogo a grandi estinzioni o a cambiamenti climatici durante la storia della
Terra
Tale metodo di ricerca
potrebbe rivelare scoperte interessanti nelle stratificazioni geologiche, anche
perché gli scienziati non possono individuare completamente tutti gli eventi solo
con lo studio delle occasionali meteoriti fossili o nei rari crateri da
impatto.
La maggior parte dei
meteoriti che sono caduti sulla Terra sono scomparsi senza diventare fossili, o
lasciando un cratere da impatto che gli scienziati potessero trovare, il che ha
reso praticamente impossibile per gli scienziati il recupero di prove
sufficienti per sostenere teorie su come gli eventi astronomici sono legati
alla storia della Terra.
"Sappiamo che in
zone desertiche della Terra, i meteoriti tipici si decompongono entro 20/30.000 anni", ha
spiegato Schmitz. "Nelle zone più umide, la decomposizione è anche più
veloce."
Ma le impronte
digitali chimiche e isotopiche di questi spinelli rivelano di che tipo di
meteoriti si tratta, e da dove provengono. Gli scienziati ora sanno che i
minerali spinello/ extraterrestri possono essere trovati negli strati di
sedimenti di tutte le età negli ultimi 3,5 miliardi anni.
La datazione temporale degli spinelli potrebbe rivelare i
maggiori eventi di estinzione con cause extraterrestri, non solo l'estinzione
di massa dei dinosauri. Una estinzione di massa precedente, durante il periodo
Frasniano/Fammeniano, circa 372 milioni di anni fa, coincide con almeno tre
grandi crateri da impatto.
Forse la più grande esplosione di nuova vita
oceanica nella storia della Terra ha avuto luogo durante il Grande evento di Biodiversificazione Ordoviciano, circa
470 milioni di anni fa, coincidente con il più grande e conosciuto
"Sfondamento Asteroide", avvenuto nella cintura degli asteroidi del
sistema solare, nel corso degli ultimi 3 miliardi di anni. Schmitz e colleghi
hanno scoperto un rapido aumento del numero di spinelli trovati negli strati di
roccia calcarea che segnano l'inizio di quel periodo di diversificazione in
siti in Svezia, Russia occidentale e Cina centrale. Essi ipotizzano che l'esplosione
o lo scontro nello spazio di un asteroide
ha portato, come conseguenze frequenti sulla Terra, all'impatto di asteroidi
delle dimensioni di un chilometro che potrebbe avere generato le conseguenti
modifiche nelle diversità della vita.
Creare una riscostruzione
temporale della storia della Terra attraverso spinelli extraterrestri
rappresenta ancora una idea abbastanza nuova. Il nuovo laboratorio allestito
utilizzerà acido per sciogliere ogni anno circa dalle 5 alle 10 tonnellate di
pietra calcarea sedimentaria, in cerca di spinelli, un grande passo per il
gruppo di Schmitz, che gestiva poco più di un decimo di una tonnellata
all'anno, circa 15 anni fa.
Nel lavoro svolto con i dati delle sezioni
cretaciche del Fiume Bosso e del Monte Catria gli autori della pubblicazione
scientifica cosi spiegano i risultati trovati.
Riassunto: viene mostrato come gli strati sedimentari della Terra
possono fornire una registrazione
dell’evoluzione collisionale della fascia degli asteroidi. Dai 1652 kg. di calcari
della maiolica pelagica di etè berriasiana-hauteriviana dall’Italia abbiamo
recuperato 108 grani di spinelli (piccoli resti di meteoriti extraterrestri).
Sono stati analizzati con varie metodologie e analisi isotopiche dell’ossigeno
per individuare l’origine e la tipologia delle meteoriti.
I confronti sono stati fatti con meteoriti
dell’Ordoviciano e abbiamo dedotto che l’80% degli spinelli extraterrestri
provenivano da condriti ordinari. I rapporti tra i tre gruppi di condriti
ordinari H-L-LL appaiono simili a quelli del presente ma differiscono
significativamente da quelli dell’Ordoviciano.
la storia della fascia principale degli asteroidi da cui provengono l’80% delle meteoriti che cadono sulla terra (La fascia principale degli asteroidi è la regione del sistema solare situata grossomodo tra le orbite di Marte e di Giove. È occupata da numerosi corpi di forma irregolare. Questi hanno diametri medi di oltre 400 km, mentre Cerere, l'unico pianeta nano della fascia, ha un diametro medio di circa 950 km. I restanti corpi hanno dimensioni più ridotte, fino a quelle di un granello di polvere). può essere ricostruita dalla documentazione sedimentaria della Terra recuperando spinelli extraterrestri in sedimenti condensati. Le tre prime "finestre" nel flusso di meteoriti nel tempo profondo sono state ricostruite, fornendo intuizioni nel flusso nel Cretaceo primitivo e prima e dopo la rottura del corpo genitore L-condrite nell'Ordoviciano medio. Il flusso meteorico di fondo nel Paleozoico iniziale sembra essere stato significativamente diverso dal flusso nel Cretaceo, che è più simile al flusso di oggi. L'acrondrite dominava nel Paleozoico primitivo e oggi le condriti ordinarie dominano. Questa tendenza generale è stata a volte sovrastampata (per 1-10 m.i.) da inondazioni di singoli tipi di meteoriti da occasionali eventi di rottura importanti nella fascia degli asteroidi, ad esempio dopo la LCPB.
la storia della fascia principale degli asteroidi da cui provengono l’80% delle meteoriti che cadono sulla terra (La fascia principale degli asteroidi è la regione del sistema solare situata grossomodo tra le orbite di Marte e di Giove. È occupata da numerosi corpi di forma irregolare. Questi hanno diametri medi di oltre 400 km, mentre Cerere, l'unico pianeta nano della fascia, ha un diametro medio di circa 950 km. I restanti corpi hanno dimensioni più ridotte, fino a quelle di un granello di polvere). può essere ricostruita dalla documentazione sedimentaria della Terra recuperando spinelli extraterrestri in sedimenti condensati. Le tre prime "finestre" nel flusso di meteoriti nel tempo profondo sono state ricostruite, fornendo intuizioni nel flusso nel Cretaceo primitivo e prima e dopo la rottura del corpo genitore L-condrite nell'Ordoviciano medio. Il flusso meteorico di fondo nel Paleozoico iniziale sembra essere stato significativamente diverso dal flusso nel Cretaceo, che è più simile al flusso di oggi. L'acrondrite dominava nel Paleozoico primitivo e oggi le condriti ordinarie dominano. Questa tendenza generale è stata a volte sovrastampata (per 1-10 m.i.) da inondazioni di singoli tipi di meteoriti da occasionali eventi di rottura importanti nella fascia degli asteroidi, ad esempio dopo la LCPB.
Citando Walter Alvarez coautore della pubblicazione
sugli spinelli, non possiamo non ricordare che è stato lo scopritore del LIMITE K-T che è il termine con cui si
indica il passaggio datato a 65,5 milioni di anni fa tra Cretacico e Cenozoico-
Tale evento è marcato dalla presenza di un livello di un centimetro contenente
una notevole quantità di iridio e altri metalli rari in natura ma assai comuni
nei meteoriti. Secondo l’ipotesi di Alvarez la presenza così elevata di di
iridio in questo straterello non poteva che essersi generata con l’impatto
sulla terra di un grosso asteroide che determinò poi la transazione tra
Cretaceo e Paleocene. Questo impatto provocò l’estinzione dei dinosauri, degli
ammoniti delle belemniti e delle rudiste e di una molteciplità di creature.
Nel 1990 venne poi trovato l’enorme cratere
provocato da questo impatto, individuato sulla costa dello Yucatan e denominato
Cratere di Chicxulub.
La forma e la localizzazione del
cratere indicano altre cause di devastazione oltre alla nube di polveri.
L'impatto dell'asteroide sulla costa deve aver provocato giganteschi tsunami,
testimoniati da numerose tracce nella costa Caraibica e nell'est degli Stati
Uniti. L'asteroide impattò in uno strato di gesso (solfato di calcio) che
provocò un aerosol di
anidride solforosa il quale, oltre ad oscurare la luce del sole, provocò
ingenti piogge acide che risultarono letali per la vegetazione, il plancton e
gli organismi che costruiscono un guscio calcareo come i molluschi. Si calcola
che ci vollero più di dieci anni perché gli aerosol si dissolvessero.
Il limite K/T è
presente nella gola del Bottacione presso Gubbio.
In loc il Bottaccio, possiamo osservare uno strato argilloso rosso
noto a livello internazionale come “livello K/T ad iridio”
All'interno della formazione della Scaglia Rossa affiora uno strato argilloso
rosso, ricco di iridio. L’iridio è un metallo molto raro nella crosta
terrestre. Nella Gola del Bottaccione la sua concentrazione è al contrario
molto abbondante (la Gola è anche chiamata “valle dell’iridio”).
Nel 1980 un gruppo di ricercatori guidati da Walter Alvarez propose
l’ipotesi secondo cui esso avrebbe una provenienza extra-terrestre e sarebbe la testimonianza
dell’impatto di un asteroide o di una cometa che si schiantò sulla Terra,
provocando enormi mutamenti climatici che portarono all'estinzione
delle specie dei dinosauri e
di numerosi organismi marini (tra cui foraminiferi e ammoniti), diffusissimi
fino ad allora.
Nella foto il limite K/T della gola del Bottaccione presso Gubbio |
Particolari di altre sezioni in cui si evidenzia in modo netto il limite K/T |
Conclusioni.
Ancora una volta, dall’analisi di piccoli “fori
nella roccia” e dalla datazione delle
rocce cretacee effettuata in larga misura con lo studio degli ammoniti delle
nostre valli Appenniniche, abbiamo potuto percorrere insieme un lunghissimo tratto di storia di milioni di
anni.
Impatti di asteroidi,
estinzioni di massa, formazioni di pianeti e asteroidi spaziando tra
diverse discipline scientifiche, il
tutto scritto e racchiuso in quegli strati rocciosi che osserviamo tutti i giorni
lungo le strade di casa, nei tragitti di lavoro o nelle passeggiate a piedi o
in bicicletta.
© 2018 by Paolo Faraoni - Tutte le immagini sono state fornite dall'autore
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