di Ferdinando De Rosa e Floriana Bartolucci
Chiesa templare di San Bevignate a Perugia
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tratta da Wikipedia -Di Bibopg79 - Opera propria, CC BY-SA 3.0,
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GENERALITA' SUI TEMPLARI
A Gerusalemme
nel 1119 Hugo De Payens e Geoffrey De Saint Omer radunarono 9 cavalieri di
Borgogna e Champagne al fine di organizzare la sicurezza e l'assistenza ai
pellegrini diretti in Terra Santa.
I cavalieri si
costituirono in Ordine Monastico ed ebbero in dono dal Re di Gerusalemme
Baldovino II (Re dal 1118 al 1131) la sede in un'ala del palazzo proprio sopra
le fondamenta del Tempio di Salomone, dove attualmente c'è la Moschea di Al
Aqsa vicino alla Cupola della Roccia.
L'Ordine fu
riconosciuto dalla Chiesa nel 1128 con il Concilio di Troyes e la regola fu
scritta da S. Bernardo Di Clairvaux nel monastero di Citeaux.
Nacque così con
il riconoscimento di Papa Innocenzo II, l'ORDINE DEI POVERI CAVALIERI DI CRISTO E DEL TEMPIO, detto brevemente "Ordine
Templare", che reclutava i propri adepti fra i nobili europei,
principalmente francesi mentre i tedeschi preferivano l'appartenenza ai
Cavalieri Teutonici che era un ordine simile.
Come divisa
avevano adottato un mantello di lana greggia (Suf) di colore bianco sul quale
spiccava una croce rossa a bracci uguali, portavano inoltre una cintura con lo
spadone, uno stendardo a quadri bianchi e neri denominato BEAUCENT detto anche VEAUCENT , ed avevano come sigillo un cavallo con due cavalieri in groppa e
come motto la scritta "non nobis domine, non nobis, sed nomine tuo da
nobis gloriam" (non per noi o signore, non per noi, ma per il tuo nome
dacci la gloria).
L'Ordine si
coprì di gloria nelle battaglie di Tiberiade, Gaza e Al Mansura ed operò sul campo
nei territori di Gerusalemme fino alla sua caduta e partecipò all'ultima
battaglia in San Giovanni D'Acri nel 1291 dove i Crociati erano stati respinti
dalle armate dell'Islam. Infine l'Ordine
si ritirò in Europa con la propria sede principale a Parigi, dove nel
1314 il suo ultimo Gran Maestro Jacques De Molay ed il suo Precettore in
Normandia Jeoffrey De Charney furono messi al rogo con il viso rivolto verso
Notre Dame a Parigi.
Pronti
all'obbedienza, votati alla povertà donavano i loro averi al Tempio, erano
combattenti coraggiosi e potevano arrendersi soltanto se combattevano contro
cinque nemici, i cavalieri avevano una organizzazione militare e religiosa
dipendente da un Gran Maestro coadiuvato da un Priore e da Precettori e che si
articolava su tre livelli territoriali: Commenda, Mansione e Grancia.
Avevano
costruito una rete commerciale, logistica e di viabilità con punti di
protezione e ricovero ogni 30 Km circa in tutta l'Europa, sfruttando anche le
strade romane e le vecchie ville ormai in disuso, con la quale potevano
proteggere ed aiutare i pellegrini nel loro viaggio verso i porti da cui
partire per l'Oltremare.
Erano in grado
anche di trasferire su richiesta le ricchezze di coloro che partivano per la
Terra Santa dietro pagamento di un interesse.
Bonificarono
paludi, dissodarono terreni, costruirono mulini e frantoi, addestrarono
manodopera per le campagne ed insegnarono tecniche agricole e forestali
migliorative, portarono in Europa nuove tecniche di produzione artigianale e
costruttive per grandi opere come chiese e palazzi mediante le tecniche note
come Arte Gotica, che era più leggera e funzionale rispetto al Romanico.
Spesso sono
stati considerati cospiratori ed eretici o cultori di arti magiche, ma furono in realtà
costruttori, banchieri, amministratori, teologi, scienziati ed introdussero in
Occidente molte conoscenze scientifiche e strategie sociali apprese nei
contatti con i saggi dell'Islam (Sufi) con i quali erano entrati in contatto in
Medioriente.
Contrariamente
agli usi del loro tempo trattavano i lavoratori con umanità ed introdussero per
loro persino la mutua assistenza ed in campo economico applicavano un interesse
del 10 percento piuttosto del 50 che era applicato dai commercianti.
Sfruttando
anche le ville romane abbandonate per gli snodi della loro struttura viaria,
posero stazioni con personale civile e religioso di assistenza, che così
assicurò la manutenzione dei ponti e delle vie nonché della protezione contro i
malviventi.
Promossero il
potenziamento delle confraternite di mestiere che costruivano chiese e palazzi
con l'aiuto delle nuove tecniche dell'Arte Gotica e le liberarono dalla
sottomissione nei confronti dei feudatari, introducendo anche sistemi di
solidarietà per la ricerca del lavoro e per l'assitenza nel caso di malattie o
infortuni.
Questi nuovi
modi di trattamento del lavoro e del commercio portò i Templari in rotta di
collisione con il potere costituito, che era solito arricchire con i pedaggi ed
il lavoro a basso costo che garantivano al ceto nobiliare i servi della gleba.
Le innovazioni
sociali, la differente organizzazione del lavoro, una rete viabile capillare
compatibilmente con i tempi, la possibilità di trasferire denaro e ricchezze,
le tecniche di costruzione più efficienti e meno costose, le bonifiche ed i
miglioramenti agricoli, l'istruzione delle maestranze, saranno le scintille che
inizieranno il cammino verso la fine del Medioevo.
Jacques de Molay – Ultimo Gran Maestro dell’Ordine del
Tempio
(immagine tratta da Wikipedia - Pubblico dominio,
https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=649818)
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I Templari
insieme ai Monaci Cistersensi catalizzarono ed assicurarono questo passaggio,
pur in opposizione alle resistenze del potere nobiliare costituito che in
Francia era espresso dal Re Filippo IV detto il Bello, che il giorno di venerdì
13 ottobre 1307 arrestò contemporaneamente tutti i Templari di Francia.
Ormai il
cammino verso la fine del Medioevo era avviato e non più arrestabile e sarà
portato avanti dai Cistercensi, nonostante la sospensione dell'Ordine templare
che venne fatta il 22 marzo 1312 dal Papa Clemente V con bolla amministrativa
"Vox in excelso".
I TEMPLARI IN UMBRIA E NELLE MARCHE
In
Italia erano presenti 183 case templari con titolo dedicato e 43 senza titolo, organizzate con un centro di
comando detto Commenda nelle città più importanti come Rimini e Perugia nelle
nostre vicinanze, ed alcune Mansioni nei
punti di maggiore interesse logistico per il
passaggio e la sosta, oltre ad una rete di punti di ristoro detti Grance
che erano poderi con sovente annesso il mulino o il frantoio o un laboratorio
di lavorazione dei prodotti.
Per
quattro anni dal 1308 in Europa e Italia si istituirono i processi contro i
Cavalieri Templari ed anche nelle Marche abbiamo notizia da una bolla,
conservata nell'archivio comunale di Jesi, con la quale Papa Clemente V ordina
ai Vescovi di Jesi e Fano di processare i Monaci del Tempio presenti nella
Marca.
Risulta
anche che i messi della Santa Sede posero il 28 febbraio 1310 un ordine di
comparizione nella chiesa di San Paterniano a Perticano di Scheggia ed attesero
fino al 6 marzo a Gubbio l'arrivo del Templari, ma non si presentò nessuno e
quindi li scomunicarono tutti in contumacia, fra i quali anche Jacopo Da
Montecucco che era Gran Precettore dell'Ordine per l'Italia.
Nel
tribunale di Ancona svoltosi a San Ciriaco era stato processato ed assolto Frà
Michele da Sonda; altri Templari nelle Marche si erano rifugiati nei conventi
di altri Ordini Monastici ed i processi si svolsero in pratica solo sulla carta
ed in modo da salvaguardare i singoli monaci o preavvertendoli o con
l'assoluzione.
La
Commenda di Rimini con a capo il Priore aveva due mansioni: S. Michele in cui
fu Precettore Albertino da Reggio nel 1290-92 e SS. Simone e Giuda di Budrio in
cui furono Precettori Pietro Da Parma nel 1290, Pasqualino nel 1292 e Giacomo
Da Modena nel 1313.
Dall'Italia
centrale che aveva come punto di comando Perugia si transitava verso
l'Adriatico da cui si raggiungeva Ancona o altri porti per l'imbarco verso
l'Oltremare.
Case
templari presenti in Umbria:
- SANT’ANDREA a Todi (Precettore Amanuito nel 1248),
- SAN MARCO a Orvieto di Terni,
- SAN BEVIGNATE a Perugia (Precettore
Bonvicino nel 1256),
- SAN GIUSTINO D’ARNO (o SANTA GIUSTINA) a
Pilonico Paterno SS 318 Valfabbrica
(Precettore Americo 1237-38),
- SANTA CROCE di Culiano, fraz. Collina di
Sigillo,
- SAN GIACOMO a Città di Castello (PG)
(Precettore Aldobrandino nel 1279),
- SAN MAURIZIO IN VALLIS Comune di
Pietralunga, località La Valle di Castelfranco (PG).
I percorsi che
provenivano da Roma verso Terni e Spoleto potevano dirigersi a:
–
SANT’ANDREA a Monterubbiano (AP) Paolo Precettore nel 1299),
–
SAN BIAGIO in Amandola (AP),
–
SANTA CROCE in Ascoli Piceno,
–
SAN GIACOMO a Fermo (Precettore Giovanni 1290-92 e Federico
Cappellano nel 1299)
–
SAN GIOVANNI in Ascoli Piceno,
–
SANTA MARIA a Castignano (AP) (Giovanni Cappellano nel 1299).
I
pellegrini provenienti da San Bevignate di Perugia potevano andare direttamente
verso Santa Giustina D'Arno a Valfabbrica e poi a Santa Croce di Culiano a
Sigillo e da qui quindi proseguivano verso Ancona e Macerata, secondo le tappe:
-
SAN PATERNIANO de Rigo Petroso di Perticano a Scheggia-Pascelupo (AN)
- SANT’EGIDIO a Stradella di Montecassiano
(MC),
- SANT’ANSOVINO di Avacelli in Arcevia
(AN),
- SANTI GIACOMO e CRISTINA a Jesi (AN),
- SAN FILIPPO AL PIANO di Osimo (AN),
- SAN SEBASTIANO a Camerino (MC) Precettore nel 1299),
Arrivati a Santa Giustina d'Arno in Valfabbrica
i pellegrini provenienti da San Bevignate di Perugia, invece di dirigersi verso
Sigillo e quindi verso Ancona, potevano puntare direttamente verso l'Adriatico seguendo il
corso del Tevere controcorrente e valicando l'Appennino, secondo le tappe:
–
SAN BEVIGNATE a Perugia,
–
SANTA GIUSTINA D’ARNO a Pilonico Paterno SS 318 Valfabbrica,
–
SAN GIACOMO a Città di Castello (PG) (Precettore Aldobrandino nel
1279),
–
SAN MAURIZIO IN VALLIS Comune di Pietralunga, località La Valle di
Castelfranco (PG).
San Bevignate
fuori Porta Sole era la chiesa templare di Perugia, costruita sul luogo dove il
Santo era vissuto come eremita fino al 520. Un documento del 30 gennaio 1253 ci
chiarisce che frà Bonvicino, promotore della costruzione della chiesa di San
Bevignate, era un templare "cubiculario" del Papa Innocenzo IV,
nell'annale del comune si legge che fu raddrizzata ed allargata la strada che
scendeva tortuosa alla casa templare.
Nel 1296 i cavalieri del Tempio di Perugia hanno
costruito un palazzo ed alcune case sul colle di san Giorgio, affittati dal
Comune per costruire le carceri. Nel 1312 frà Bevignate da Spello, vice del
Priorato di Roma, prese
possesso della casa templare di Perugia.
La mansione di San Giacomo a Città di
Castello era situata nel borgo di Rignaldello, fuori Santa Maria sulle rive del
Tevere dove oggi resta una casa colonica a cui si accede attraverso un portico
settecentesco che residua dall'ultimo restauro fatto dai Gerosolimitani che
hanno ereditato le proprietà templari al momento della loro sospensione.
In un manoscritto del 2 ottobre 1279 si
attesta che Frà Aliprandino, Priore e Rettore dell'Ospedale di San
Giacomo affitta la quarta parte di un mulino "quod dicitur molendinum
de Lamachanale, super flumen Tiberis". In un secondo documento del 29
settembre 1283, rogato in Villa de Pierle, contea di Città di Castello, sempre
Aliprandino entra in possesso delle proprietà di San Maurizio de Vallis che
sono sempre pertinenze dell'ordine del Tempio che era sotto il titolo di San
Giovanni.
E’ evidente che San Maurizio de Vallis in
Comune di Pietralunga cessava l’autonomia ed entrava nell’orbita della più importante Commenda, che era quella
di San Giacomo di Città di Castello in Rignaldello.
Viene ipotizzato da alcuni studiosi che esistesse un
insediamento templare (forse una Grancia) in località MASSA di Pianello di
Cagli, la cui chiesa di San Pietro apparteneva ai Gerosolimitani, ai quali era
forse passata dopo i processi ai cavalieri templari.
Abbiamo
rintracciato San Maurizio in
Vallis nel Comune di Pietralunga in località “La Valle”, che
è sottostante la casa colonica di Cà Mandrelli e la vecchia Chiesa di S.
Ansuino. In questa piana c’è un vecchio mulino, ci sono i resti di una villa
romana e soprattutto un campo chiamato “LA COMANDA” che ci richiama alle proprietà della Commenda
templare.
Osservando le foto satellitari di Google si vedono tracce di
una costruzione rettangolare sotto il terreno con una parte absidata.
Il percorso verso la
Flaminia non seguiva quello attuale, invece andava per la vecchia via umbra
valicando a Castelfranco poi prima dell'attuale Pianello di Cagli saliva verso
la chiesa di Cerreto di Cagli e valicava, probabilmente lungo un viarello
situato nel Fosso di Pian dell'Acqua.
Da Pian dell'Acqua ci
si poteva dirigere verso Via Strata (il nome ricorda ancora oggi che era una
strada romana lastricata) e da qui scendere a Secchiano per andare a Cagli
oppure in direzione opposta verso Fosto (anche questo nome "Faustum"
ricorda un antico piccolo tempio dedicato alla fortuna che forse
serviva veramente per un simile percorso!) e poi Naro situato sul fiume
Candigliano verso l'attuale Acqualagna.
Una variante dal
valico passava per Apecchio da cui era possibile andare verso Urbino e scendere
verso il porto di Pesaro ed in Apecchio sono state ritrovate le prove del
percorso nella Chiesa templare di Santa Lucia.
Foto n.1 - La vallata dominata da San Maurizio in Vallis |
Foto n.2 - Il luogo dove sorgeva San Maurizio in Vallis |
Nella prima e seconda
foto il luogo dove era situato San Maurizio in Vallis.
Nella terza foto la
chiesa di San Michele Arcangelo a Cerreto e nella quarta il particolare
dell'affresco con San Sebastiano, al centro San Francesco e a destra San Rocco.
I santi sono protettori contro le guerre e la peste molto cari ai Templari.
L'affresco risale ai primi anni del 1300, ancora non era stata scoperta la
prospettiva, e si nota un affresco sottostante ancora più antico.
Foto n.3 - La chiesa di San Michele Arcangelo a Cerreto di Cagli |
Foto n. 4 - Particolare degli affreschi all'interno della chiesa di San Michele Arcangelo |
Nella quinta foto un
particolare di un architrave in località Campo Collice (Campo di Raccolta)
recante una croce a bracci uguali tipica dei cavalieri Templari.
Foto n.5 - Particolare di architrave in Località Campo Collice (Pg) |
Il Castello di Campo
Collice (da colligo= raccolgo) era utilizzato probabilmente come luogo di
raccolta dei pellegrini in modo che una sola guida poteva accompagnare molti, e
si trova prima del valico di Castelfranco da cui si scende nella vallata
denominata La Valle (S. Maurizio in vallis).
Nella sesta e settima foto vengono riportati due tratti dell'antica strada umbra , il primo
corre in mezzo al bosco ed il secondo è un particolare dei resti del ponte che
attraversava un torrente e che era ancora efficiente in epoca medioevale.
Foto n.6 - Resti di un tratto dell'antica via umbra |
Foto n.7 - Resti del ponte che sorgeva lungo l'antico tracciato della via umbra in località San Brancato |
L'antica viabilità
umbra venne utilizzata ininterrottamente per i transiti al servizio delle
comunità appenniniche durante il periodo della colonizzazione romana e
costituivano la rete che confluiva nella via Flaminia, continuando a servire
durante l'alto medioevo anche i percorsi templari dei pellegrini e fino al
basso medioevo.
Siamo in località San
Brancato, nei pressi di una casa colonica in cui ancora fa bella mostra una misteriosa pietra cementata (foto 8)
su una parete, che si trovava lungo il tragitto della strada percorsa dai
pellegrini, dopo avere attraversato il valico di Castelfranco e Campo Collice e prima di inerpicarsi lungo
la salita del Nerone verso Cerreto.
Foto 8 - La misteriosa iscrizione cementata sulla facciata di una casa colonica nei pressi di San Brancato |
I
percorsi alternativi delle vie templari provenienti dalle vallate del Medio
Tevere erano molti e si incrociavano, ed avevano la possibilità di dirigersi ad
esempio verso il territorio maceratese o anconitano o pesarese lungo i
diverticoli dell'antica strada romana; arrivati alla casa templare di S.
Paterniano de Rigo Petroso di Perticano in Scheggia-Pascelupo si dirigevano
verso Ancona, ma potevano anche seguire il percorso della vecchia Strada Flaminia
verso Cantiano.
L'amico
Paolo Rinolfi ha ritrovato le tracce templari presumibilmente nella Pieve di S.
Crescentino, che aveva affiancata una torre poi divenuta campanile e che
risulta costruita a metà del XII secolo nel pieno dell'affermarsi del potere
dei Templari ed inoltre nei pressi aveva
un ospedale, che era il tipico ricovero per i pellegrini.
I percorsi per attraversare l'Appennino passando
dall'Alta Valle del Tevere, avevano diverse varianti in modo da rendere
possibile il viaggio in qualsivoglia condizione di tempo e/o interruzione
dovuta a brigantaggio, pedaggi, guerre, ecc...
I percorsi utilizzati dai Templari per valicare l'Appennino |
1° percorso in giallo
Da SAN GIACOMO di
Regnaldello a Città di Castello, verso FONTECCHIO, proseguendo per S. MARIA DI
PAGIALLA, poi verso la BADIA DI MONTEMAGGIORE, quindi il SENTIERO FRANCESCANO
verso CASTELFRANCO, e la sottostante VALLE dove era SAN MAURIZIO IN VALLIS di Pietralunga (PG) di
cui si trovano tracce nei testi, ora CAMPO DELLA COMANDA.
2° percorso in rosso
Da SAN GIACOMO di
Regnaldello a Città di Castello, scendendo verso SAN MARTINO D’UPO’,
proseguendo per BAGNI AL SASSO, poi verso l'ANTICA CANONICA DI CANDEGGIO, e poi
verso CASTELFRANCO, vicina al SAN MAURIZIO IN VALLIS di Pietralunga (PG) ora
CAMPO DELLA COMANDA.
3° percorso in giallo con variante celeste
Da SAN GIACOMO di
Regnaldello a Città di Castello, salendo verso BELVEDERE, proseguendo per il
sentiero LONGINELLO, poi verso BADIA DI MONTEMAGGIORE, quindi verso MADONNA DEI
5 FAGGI e poi CAMPO DELLA COMANDA (SAN MAURIZIO IN VALLIS) e quindi verso CASTELFRANCO di Pietralunga (PG).
4° percorso in giallo
con variante blu
Da SAN GIACOMO di
Regnaldello a Città di Castello, verso S. Maria di Pagialla, poi verso BADIA DI
MONTEMAGGIORE, quindi verso MADONNA DEI 5 FAGGI e poi APECCHIO (PU).
Complimenti carissimo amico. Ma ho tanti altri documenti manoscritti per il mio studio sui Templari nelle Marche ed in Umbria di cui parleremo al nostro prossimo incontro.
RispondiEliminaBuongiorno, mi chiamo Joe Cancellieri. Vorrei chiedervi se per caso vi fossero delle proprietà templari anche nella vallata del Metauro, da Mercatello fino ad Urbania.
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