I nomi dei luoghi, come
ben sappiamo, rappresentano un’eccezionale sintesi spazio-temporale-culturale, infatti in un solo nome è racchiusa una
realtà geografica e culturale specifica, che riunisce parole pertinenti ad
entità tuttora esistenti o scomparse da tempo e, al contempo, è utilizzato come
elemento di riferimento nello spazio. Ogni toponimo, insomma, racchiude e
trasferisce ai posteri un eccezionale carico di significati.
Molto spesso, però, non
possediamo più le chiavi per accedere al patrimonio di informazioni che ogni
toponimo racchiude in sé ed ecco allora che dobbiamo fare ricorso ai percorsi
di ricostruzione del significato originario che gli studiosi di
toponomastica mettono a nostra disposizione, spesso con tesi, visioni e
interpretazioni contrapposte.
Fatta questa premessa
passiamo ad occuparci dell’origine e significato del nome di uno dei monti più
importanti della catena appenninica umbro-marchigiana, il Monte Nerone. Già in
passato gli studiosi di storia locale si sono ripetutamente domandati quale
fosse l’origine di questo nome, ma, le spiegazioni fornite, a nostro parere, appaiono
piuttosto semplicistiche e prive di fondamenti oggettivi. Gottardo Buroni nel
suo ponderoso studio “La Diocesi di Cagli”,
pubblicato nel 1943, parlando delle origini del Monastero di S. Pietro di Massa in Monte Nerone, riporta la tesi
sostenuta dall’annalista cagliese del ‘600 Bricchi e scrive: “La leggenda vuole che questa remota e
montuosa zona si dicesse Massa, perché il console Claudio Nerone, prima della
Battaglia del Metauro (anno 207 a.C.), vi fece massa delle sue legioni”.
Questo il testo del Bricchi: “Claudio
Nerone facendo massa delle sue legioni alle pendici di Monte Tremendo di questo
territorio e di lì spingendole contro Asdrubale, riportò di lui segnalata
vittoria. Restò al Monte Tremendo il nome di Nerone per questa vittoria…”.
Vista satellitare del versante sud del massiccio di Monte Nerone nella sua interezza |
Lo stesso Buroni, pur
avendo citato il suo concittadino Bricchi, afferma poi che di leggenda si
tratta, sfatata dalle fonti storiche, poi però si lancia in un’altra ipotesi,
altrettanto leggendaria e priva di fonti a sostegno, infatti scrive: “La parola massa deriva dal vocabolo greco e
significa più beni uniti. Nel caso nostro significa un aggregato di poderi, di
castelli, che nell’antichità probabilmente appartenevano ad un proprietario
chiamato Nerone”. E’ evidente che anche questa appare un’ipotesi buttata lì
per far quadrare il giusto concetto di massa fondiaria con un ipotetico
proprietario, Nerone, che avrebbe poi dato il nome al tutto.
Un’altra ipotesi
sull’origine del nome, sulla falsariga delle precedenti, la troviamo nelle “Istorie dello Stato d’Urbino da’ Senoni
detta Umbria Senonia” di V.M. Cimarelli, pubblicate nel 1642. In
quest’opera l’autore dedica un’ampia pagina al Monte Nerone, alle sue bellezze
naturali ed ai suoi pregiati prodotti gastronomici quali il tartufo, già allora
famoso e ricercato ed esordisce in questo modo: “il monte Nerone così detto, non da Claudio Nerone, dentro la cui
vicinanza ottenne la sopracennata vittoria (come alcuni affermano), bensì
dall’imperatore Domizio Nerone, che ivi per suo diporto, in alcuni tempi
habitava; come testifican le grotte antiche, e le sotterranee stanze, in cui nn
meno l’arte che la natura fan campeggiar l’industria, e della potenza loro le
immense meraviglie”. Nella prosa aulica del Cimarelli vengono mescolate senza
soluzione di continuità esatte descrizioni del paesaggio, leggende e fantasie,
tanto che anche questa ipotesi appare ben poco attendibile.
Una fantastica vista dalle sommità del Nerone con lo sguardo che punta verso il Catria che emerge dalle nebbie |
Il Dr. Ferdinando De
Rosa, nel suo libro “La via delle rocche”,
formula infine un’ipotesi che abbandona le leggende secentesche e cerca una
spiegazione nella toponomastica umbra del luogo. Egli, rifacendosi al
ritrovamento di una statuetta di circa 30 cm, raffigurante Marte in assalto,
avvenuto durante i lavori di costruzione del centro trasmissione RAI sulla
vetta del monte Nerone, ipotizza che questo fosse consacrato al culto di “Mars Nero”. Questo culto avrebbe poi
dato origine al nome della montagna, infatti secondo Svetonio, “Nero” nella lingua degli antichi popoli
umbri, significa forte, valoroso, sanguinario, tutti attributi perfettamente applicabili
al dio della guerra.
In effetti questa spiegazione appare plausibile se, come è
vero, la zona di Monte Nerone, così come le zone circostanti, furono zone di
insediamento umbro. Basti infatti pensare ai preziosi testi delle Tavole
Iguvine, che contengono i nomi di ben dieci clan che, irradiandosi dal centro
cultuale di Gubbio, si sarebbero diffusi in tutti i territori circostanti,
lasciando molte impronte toponomastiche che ora, grazie ai difficili studi dei
glottologi ed a felici intuizioni come quella del dr.De Rosa, stanno lentamente
riemergendo dalle profondità della storia antica.
Panorama con la vetta di Monte Nerone e le antenne del centro trasmissione Rai |
Seguendo la via indicata
dal Dr.De Rosa e sebbene gli studiosi di toponomastica non si siano occupati in
modo specifico dell’origine di Monte Nerone, troviamo però un analogismo con la
spiegazione dell’origine dei nomi associati al fiume Nera, che continua una
forma documentata in latino come Nảr Nảris,
che secondo il glottologo Prof. Augusto Ancillotti, uno dei maggiori studiosi
della lingua umbra e delle tavole iguvine, deriverebbe dal tema indoeuropeo *(s)n”wer , che significa “scorrente, che fluisce impetuosamente”.
Il significato quindi, in senso lato, non si discosta molto da quello sopra
richiamato, infatti l’aggettivo “impetuoso” viene ancora oggi utilizzato per le
persone dal carattere particolarmente focoso, irruento e forte.
Particolare della mappa realizzata da Ignazio Danti (1536-1586) Roma, Musei Vaticani, Galleria delle Carte Geografiche. Nel particolare è ben visibile, in primo piano, l'indicazione M.Lerone |
Diamo conto infine di una
curiosità: in alcune carte geografiche disegnate a partire dal 1500, la più
famosa delle quali è senz’altro quella affrescata da Ignazio Danti nella
Galleria delle Carte Gegrafiche, ora facente parte dei Musei Vaticani, il Monte
Nerone viene indicato come M.Lerone e
anche in altre mappe del ‘600/’700 questa grafia viene mantenuta, leggermente
modificata in Monte Lirone. Alcuni si
sono avventurati in fantasiose spiegazioni di questo nome, ma noi crediamo si
tratti semplicemente di un semplice errore di trascrizione dei primi topografi,
che spesso si basavano su fonti di seconda o terza mano, con tutti gli errori
che ne conseguivano, di conseguenza quando un nome era trascritto male,
continuava a restare in vita fino a quando non veniva fatta una nuova “levata”
dei nomi direttamente sul territorio e questo accadeva molto di rado, per l’enorme
impegno e per i costi che comportava.
Speriamo, con queste
sintetiche note, di aver chiarito qualche curiosità, ma, soprattutto, di averne
stimolate altre che ci spingano a conoscere meglio storia e natura di questo
imponente massiccio montuoso, punto di riferimento fondamentale del paesaggio
appenninico fra Marche e Umbria.
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