La cava del Pallareto (Monte Acuto, Catria)

di Federico Venturi




Sezione rilevata dettagliatamente della "Corniola" del Pallareto in cui c'è il livello a Catriceras e molti altri fossili. In primo piano il Prof. Federico Venturi, che ha studiato a lungo la geologia del sito.

La cava del Pallareto (M.Acuto, Catria) non è solo nota per le tracce dei rettili, che sono vere, malgrado l’oblio, ma anche per la successione degli strati. Infatti io nel 2001, in un articolo nel Bollettino della Società Paleontologica Italiana, ho fatto vedere il loro rilevamento; ciò per la provenienza stratigrafica della ricca fauna ad ammoniti trovata negli anni 73-80, quando le cave erano attive. L’articolo, dove avevo descritto il genere Catriceras, etimologicamente Corno del Catria, nuovo per l’epoca, fu pubblicato nel 1978; si tratta di un ammonite tipico della “Corniola” umbro-marchigiana, che attualmente è riconosciuto unanimemente come genere valido (Treatise on Invertebrate Paleontology, rivisto da Howarth, 2013) ed ammoniti dello stesso genere sono stati trovati in Ungheria, Balcani e Sudamerica.
Gli ammoniti della cava del Pallareto provengono da un solo livello di interstrato (liv. Venturi 78) e sono conservati come modelli interni conchigliari silicizzati, vetrosi ma opachi. I campioni figurati da Marini nella sua nota sono stati trovati dal medesimo effettivamente nel livello fossilifero Venturi 78 e nel mio sito personale ho presentato i disegni di 16 generi di ammoniti per una documentazione più esauriente. 

Rilevamento stratigrafico della sezione di Corniola della cava del Pallareto con la posizione del liv. Venturi 78 e la legenda degli strati calcarei.

Dopo la mia pubblicazione del 1978, nel Bollettino della Società Paleontologica Italiana, il genere Catriceras è stato contestato da vari colleghi ammonitologi francesi spagnoli e tedeschi, cosicchè prima di avere conferma della validità del genere sono passati 29 anni (dal 1978 al 2007).
Ora però viene il difficile (e per spiegare cose compiutamente sarebbe necessario un libro di circa 300 pagine dedicato tutto al genere Catriceras e agli altri fossili che sono stati trovati insieme).
Cercherò di spiegare l’argomento utilizzando alcuni incisi.
Gli ammoniti (dal latino Ammonites maschili) sono considerati i fossili guida per eccellenza, i migliori utilizzabili per il Giurassico e per il Cretacico in tutto il mondo. Il Catriceras è tipico del Giurassico inferiore, rappresentato nelle Marche dai calcari con crinoidi della “Corniola”; Marini ha figurato con una buona foto la successione degli strati nel vs Blob ma non ha indicato ivi la posizione stratigrafica dell’esemplare di Catriceras catriense da lui trovato. Tale esemplare appare purtroppo sfocato ed è un peccato perché si tratta di un esemplare bellissimo per conservazione; comunque il Catriceras catriense va considerato un ottimo fossile guida, perché marca l’inizio del piano geologico Pliensbachiano, suddiviso in due sottopiani, Carixiano e Domeriano. Il piano è ottimamente rappresentato in Appennino, che a sua volta mostra una documentazione dettagliata per tutta la Tetide mediterranea (ma in Appennino è la migliore possibile).
Come si sa , o si dovrebbe sapere, i fossili guida in generale permettono una datazione delle rocce che li contengono, definibile RELATIVA, cioè dipendente dal confronto di successioni rocciose sincrone, oppure no, vicine o lontane centinaia o migliaia di chilometri.
In pratica, se trovo in uno strato roccioso di una località un fossile guida, ad esempio un esemplare di Catriceras catriense e questo è un indicatore altamente affidabile dell’inizio del piano Pliensbachiano, posso esportare tale importante conoscenza, poiché in qualsiasi altro luogo trovo, proveniente dagli strati rocciosi, un altro fossile appartenente a Catriceras catriense posso dire di essere nello stesso tempo geologico, cioè all’inizio del piano Pliensbachiano.
I piani sono definiti pacchi o corpi di strati formatisi in un determinato intervallo di tempo e sono caratterizzati da determinati fossili guida, per cui sono le unità fondamentali della cronostratigrafia, compongono la tabella cronostratigrafica fondamentale, che i geologi utilizzano in tutte le parti del mondo. Da ciò l’importanza di stabilire con la massima precisione i limiti fra un piano e l’altro.
Fin quando, dopo il 1978, il genere Catriceras non era ritenuto valido, non poteva formalmente essere usato come indicatore cronologico, ma mentre il Catriceras giaceva nella fossa dell’indeterminatezza, studiosi francesi e inglesi si sono messi d’accordo nel 1998, per stabilire il passaggio tra i piani Sinemuriano e Pliensbachiano, in Inghilterra, nella costa rocciosa del Mar del Nord (sezione di riferimento Wine Haven, Robin Hoods bay presso Ravenscar, Yorkshire). Nel maggio del 1998, invitati dai francesi, andammo anche io e Marini a vedere questa sezione sul mare, che doveva diventare il riferimento mondiale del limite. Così ci siamo resi conto, come componenti della commissione, della situazione stratigrafica. L’inizio del Pliensbachiano era fissato dalla comparsa di due specie di ammoniti, Bifericeras donovani e Apoderoceras sp.; la successione inglese era stata preferita dalle altre europee perche sembrava continua, cioè senza lacune sedimentarie e tra l’ultimo livello a Paltechioceras (Sinemuriano) e il primo livello a Bifericeras (Pliensbachiano) c’era uno spessore di marne grigie di circa 40 cm. Sembrava tutto a posto e la proposta fatta dal francese di Ginevra, Meister, era accettabile. Comunque sempre nel 1998 un componente della Commissione stratigrafica (Hesselbo), notevolmente autorevole, venne a visitare la successione del f. Bosso, mediterranea, per vedere se la nostra studiata da Faraoni e Marini, poteva essere affiancata a quella inglese, per una migliore definizione del limite; Hesselbo in quella occasione mi riferì che la successione del f. Bosso era troppo difficile e non era indicata per fare da spalla a quella inglese; inoltre aggiunse che nella nostra successione esisteva una faglia, rigetto circa 4 m, che interrompeva la continuità di sedimentazione, mentre quella inglese era sicuramente continua e in regola con le norme internazionali.
Non fui in grado di ribattere, come potrei fare oggi, a tali motivazioni e la successione del f. Bosso venne definivamente accantonata. Dopo il 1998 andai in giro nelle vallate dei fiumi Bosso e Burano per vedere se esistevano spezzoni con successione continua senza faglie; io non l’ho trovata, perché c’era sempre tra gli strati del Sinemuriano e quelli del Pliensbachiano il disturbo tettonico e con Marini rilevando, ho trovato sempre, al passaggio, la faglia seguita da un grosso “slump”, anch’esso aborrito dagli stratigrafi che studiavano i limiti fra i piani.


Intanto il Catriceras nei primi anni del 2000 stava uscendo dalla fossa di oblio dove volevano spingerlo e andava assumendo l’importanza che merita, come indicatore cronologico e Meister forse per rimediare l’errore fatto precedentemente, in un articolo del 2010, ne ha sottolineato l’importanza, dicendo che il fossile andava ad affiancare il Bifericeras donovani, che noi in Tetide non abbiamo, mentre in Nordeuropa il Catriceras è assolutamente sconosciuto.
Per la verità io dopo il colloquio con Hesselbo sono rimasto sempre in dubbio perché mi sembrava che la nostra successione del Bosso e la presenza di Catriceras non fosse stata convenientemente considerata e quando nel 2000 arrivarono, inviati da Meister, i moduli per l’accettazione dello strato - tipo inglese come punto di rilevanza mondiale io mi sono astenuto nella votazione, come anche Marini e Faraoni. Però Meister aveva ottenuto venti schede con l’accettazione incondizionata e il punto globale di riferimento del limite venne proposto nella prestigiosa rivista Eclogae Geol. Helvetiae, nel 2003, e accettato da tutti.
A questo punto devo dire che negli ultimi tre anni mi sono venuti molti dubbi; per es. l’inizio del Pliensbachiano in Appennino è veramente sincrono a quello inglese? Guardando la fauna del livello del Pallareto in circa 1000 campioni miei e di altri collezionisti non mi è mai capitato di vedere esemplari piccoli o grandi di Apoderoceras. Non sarà per caso che il livello della cava del Pallareto è più antico del primo livello pliensbachiano inglese? Allora gli inglesi con tutte le norme internazionali da loro create potrebbero pure prendersela in…… Hanno voluto mettere in un cantone la successione del f. Bosso e anche quella del Pallareto, ma potrebbero anche avere sbagliato!
Infatti io ammoniti Apoderoceras l’ho trovati! Non nella cava del Pallareto ma in un corpo roccioso detritico da tempesta del Passo del Furlo, all’interno della “Corniola”, che noi nella pubblicazione del 2005 abbiamo denominato FU1. E’ associato ad ammoniti del genere Catriceras, non catriense, ma campiliense (Venturi e al. 2005); allora ho dedotto che i fossili del Passo del Furlo sono successivi nel tempo a quelli della sezione del Pallareto e così conferma l’analisi degli ammoniti Eoderoceratidae…. Ma di quanto tempo non si sa.



Di seguito mi è venuto un altro dubbio… Ma la successione inglese è veramente continua? Non sarà che la supposta continuità è apparente? A tal proposito ho riguardato l’articolo originale di nove autori pubblicato da l’Eclogae. E’ venuto fuori che l’analisi chimica degli isotopi dello Stronzio SR87/SR86 presenta una vistosa discontinuità, proprio nel punto critico del passaggio Sinemuriano Plienbachiano !! Allora c’è una lacuna sedimentaria consistente non valutata! Ed ecco perché nella cava del Pallareto non c’è l’Apoderoceras! , in realtà nella sezione inglese dovrebbe trovarsi proprio nei 40 cm muti al passaggio tra Sinemuriano e Pliensbachiano!; quindi sembra veramente che il livello a Catriceras catriense sia il più antico al mondo fino ad ora conosciuto!

Planisfero del Giurassico inferiore

Comunque sulla validità del genere Catriceras le polemiche dopo 34 anni dalla sua proposta, non sono finite.
Per Alberto Ferretti, geologo di Cagli, autore di vari articoli su ammoniti del Giurassico inferiore, di cui alcuni sulla Revue de Palaeobiologie di Ginevra, il genere non sarebbe valido (comunicazione personale), perché è stato trovato in una sezione (quella del Pallareto) inaffidabile per la stratigrafia, viziata da faglie sinsedimentarie. Lui dice che in realtà il Catriceras sarebbe sinonimo di Tropidoceras; Ferretti mantiene tuttora l’opinione dei francesi che hanno contestato il genere fino al 2007, quando l’hanno cambiata radicalmente sulla base di studi biostratigrafici in Ungheria (montagna di Bakony), credo anche per l’intervento dell’ungherese Geczy, coautore nell’articolo del 2007 di Meister. Per Ferretti il Catriceras si troverebbe negli strati a Metaderoceras e Tropidoceras del Carixiano medio e non potrebbe quindi indicare la base del piano.
Per la mia opinione invece, oggi in modo unanime accettata in ambito europeo, i 26 strati di Corniola e altrettanti interstrati, nella cava del Pallareto, attualmente esposti, sono affidabilissimi (Venturi e Bilotta 2001), soddisfacendo pienamente il criterio geologico della sovrapposizione e le faglie sinsedimentarie non influiscono sulla sequenza. Ciò è confermato dai fossili ivi trovati e dal confronto con altre sequenze del territorio tra cui quella del f. Bosso (Faraoni e al., 1996).
Il livello Venturi 78, di interstrato è il n. 11 della successione; nei 10 strati sotto non sono stati trovati fossili, mentre nei 15 sopra, di cui alcuni con abbondanti fossili crinoidi, sono stati trovati vari frammenti di ammoniti significativi, che indicano la parte superiore del Carixiano inferiore. Il liv. fossilifero a Catriceras e molti altri fossili, indica la parte inferiore e sicuramente la sua base. Sarebbe ben correlabile con lo strato 39 della sezione del f. Bosso, rilevata nel 1995 da Faraoni e Marini; nello strato infatti è stato trovato un esemplare di ammonite del gen. Galaticeras, che caratterizza anche la base del piano, ma non si trova negli strati del Sinemuriano. Alcuni fossili della cava del Pallareto (Miltoceras sellae e Tropidoceras flandrini) si correlano con gli strati 82-91 e 116-126 della vallata del f. Bosso.

Ora io mi chiedo se il sito merita veramente di essere protetto da una recinzione in modo che non si scateni su quegli strati la mania ossessiva degli scavatori falsi appassionati che possono produrre seri danni alle testate degli strati esposti distruggendo dati stratigrafici di grande importanza.


© 2016 by Federico Venturi - Tutti i diritti riservati - Tutte le immagini sono state fornite e sono di proprietà dell'autore.


Appendice



Qui sopra una foto di Catriceras catriense; l'esemplare venne trovato dal cavatore Luigi Morena di Cantiano intorno agli anni 70. E' stato pubblicato, oltre che nell'articolo mio originale del 1978, anche dalla rivista inglese di Cambridge "Geological Magazine" nel 2006 e in "Stratigraphy" da Meister francese di Ginevra nel 2010. Non è l'esemplare olo e generotipo del genere, che è conservato attualmente nel Dipartimento di Fisica e Geologia dell'Università di Perugia, pubblicato in Wikipedia (enciclopedia libera) voce M. Catria. 
L'esemplare in foto risulta significativo per l'ottima conservazione delle coste e delle suture settali. Proviene sicuramente dal livello Venturi 78 e manca di giri interni e di molta camera di abitazione.

Federico Venturi

2 commenti:

  1. Riguardo le impronte di ritrovate nella cava cosa mi sa dire in merito?

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    Risposte
    1. Vedi articolo "La vera storia di Ugo" di Agostino Marini, sempre nel blog al seguente link: http://versacrumricerche.blogspot.it/p/marini.html

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