I lettori
appassionati di romanzi storici da qualche giorno hanno la possibilità di
leggerne uno fresco fresco di stampa, “ISATIS
Una storia di libertà” scritto da Gabriele Presciutti il quale, dopo tre
libri di storia locale pubblicati insieme con Giuseppe Dromedari e Maurizio
Presciutti, si è cimentato con la narrativa.
Questo romanzo, però, nel mare
della fiction storica, ha una particolarità unica che è quella di essere
interamente ambientato nelle valli del Monte Nerone, tra l’abbazia benedettina
di San Pietro in Massa, Callis (Cagli), il castello di Naro e Pratalonga
(Pietralunga).
Le vicende
narrate nel romanzo hanno inizio nel novembre dell’anno 1286. Le ricche rendite
dell’abbazia benedettina di S. Pietro in Massa da tempo sono oggetto delle
bramosie del vescovo di Callis, Bernaldo. L’abate di S. Pietro, Offredo, sotto
la cui giurisdizione ricade il territorio del Sopramonte, si ritrova a
fronteggiare un pericolo mortale.
All’improvviso le
vite, dure ma serene, della gente che vive alle pendici del Monte Nerone,
vengono sconvolte e l’abate è costretto a ricorrere ai suoi uomini più leali
per affrontare la drammatica situazione.
Quando sarà il
momento di fare le scelte più difficili, una pergamena di quasi settant’anni
prima riemergerà dagli archivi dell’abbazia e per Offredo si schiuderanno nuove
prospettive e nuovi dubbi, mentre Leone, il comandante delle guardie del
Sopramonte, e Sara, sua moglie, saranno costretti a vivere un’angosciosa
esperienza familiare.
Il racconto,
duro, incalzante e dal finale imprevedibile (che ovviamente non sveliamo!),
delle vicende di una piccola comunità appenninica del centro Italia, che si
trova a lottare contro la prevaricazione della violenza per difendere la sua
libertà.
Come spiega l’autore
nella nota finale, l’idea di scrivere Isatis
nasce nel 2011, dopo aver pubblicato, insieme con Maurizio Presciutti e
Giuseppe Dromedari il libro “Pianello di
Cagli – Viaggio nella storia di una vallata” nel quale erano confluiti tre
anni di ricerche sulla storia, in particolare medievale, di questa vallata alle
pendici di Monte Nerone, nell’entroterra pesarese. Nel corso delle escursioni
fatte alla ricerca del poco che restava delle torri, dei castelli e delle
piccole chiese che popolavano le alture di quello che era anticamente
denominato il “Sopramonte”,
camminando su sentieri impervi e ormai ricoperti dalla vegetazione, spesso,
nelle loro chiacchierate, i tre si sono chiesti quale fosse il paesaggio
attorno al tredicesimo secolo, nel periodo di maggior splendore dell’abbazia
benedettina di San Pietro in Massa e come vivessero le genti che abitavano
quelle vallate. Da queste chiacchierate, sfruttando a piene mani quanto poi era
emerso dalle ricerche, passo dopo passo è nata la trama di Isatis, nella quale
l’autore, libero dai riferimenti oggettivi ai quali un testo di storia
costringe, ha potuto far viaggiare liberamente la fantasia creando questo
racconto.
Molti sono i
riferimenti a personaggi realmente esistiti, quali ad esempio l’abate Offredo,
Puccio Brancaleoni, i crucesignati
cagliesi partiti per la quinta crociata (fatto attestato da una pergamena
conservata nell’archivio storico del Comune di Cagli) e altri, così come sono
documentate le lotte tra l’abate di Massa e le autorità di Cagli, città che fu
distrutta nel 1287 da un violento incendio, ma il tutto è stato utilizzato manipolando
date, cause ed effetti, pertanto è inutile cercare in Isatis un’attinenza con la realtà storica. E’ solo un racconto,
seppure verosimile, e come tale deve essere considerato.
Buona lettura e
buon divertimento!
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