La storia oscura di Pesaro è nel suo nome, evocazione
di una lontana realtà umana legata all’Adriatico, un mare quasi lago spesso in
tempesta, che ad occidente offre rari ripari alle navi (Livio 10,2,4; Strabone
7,5,10). Pesaro è uno di questi approdi obbligatori per chi risale la costa da
Ancona o per chi voglia traversare, drizzando la prua verso Zara.
In ogni epoca tutti gli scambi di ampio respiro
seguono immutabili rotte commerciali, dettate da valichi e porti. Su una di
queste rotte era Pesaro, nata come città-emporio o semplice scalo attrezzato
per navi che portavano ricchezza, ma nel contempo richiamavano la violenza dei
corsari. Un villaggio rivierasco era continuamente esposto a tale rischio,
spesso gli stessi mercanti sul più bello del baratto si rivelavano predoni
di cose, animali o schiavi, da rivendere sulla costa opposta.
Storicamente accertati, i pirati liburni erano una
minaccia costante su villaggi inermi, di conseguenza costretti ad
arretrare dalla linea di costa per arroccarsi sulle prime colline. Era
importante vigilare, avvistare, fuggire. Novilara rispondeva a queste
esigenze di difesa e quindi va intesa come insediamento iniziale, è la polem che dall’alto domina la foce del
fiume che è sacra. Il riscontro di un luku
romano a Santa Veneranda, scoperto dall’Olivieri, permette di ipotizzare che
l’intera area dell’estuario fosse sacra nel periodo pre-romano, costituendo un
fattore promozionale di approdo e commercio.
Sull’area
portuale poi si originò Pesaro, quando il pericolo dal mare fu allontanato. Con
l’arrivo dell’influenza greca il sacrario fu ‘asylum’, un diritto all’immunità derivante dalla santità del luogo.
Così nel tempo l’insediamento scivolò gradualmente
verso la foce, compresa la fase intermedia dove alla polem di Novilara si affiancò un nutrito insediamento sulla foce del
fiume. Alla fine la polem si sviluppò
sulla costa accanto al sacrario, progressivamente ridotto per soddisfare la
nuova esigenza di spazi civili.
Ricostruzione ipotetica dell'area della foce del Foglia verso il V secolo a.C. (disegno di Francesco Ambrogiani tratto dal libro Forma Urbis a cura di Massimo Frenquellucci) |
Navi onerarie in Adriatico raffigurate nel mosaico, proveniente da Palazzo Diotallevi, conservato nel Museo di Rimini |
La famosa stele della battaglia navale di Novilara conservata nel Museo Archeologico Oliveriano di Pesaro (foto Giuseppe Dromedari) |
Elaborazione grafica della stele di Novilara che ne evidenzia, facilitandone la leggibilità, parte delle incisioni (realizzata da Evolution 3D di Dromedari Giuseppe) |
L’importanza di questo luogo sacro in particolare sta nell’aggiunta di un
valore ‘laico’, in quanto incolumità e asylum sono presupposti per assicurare un commercio florido e
stabile. Qual è il suo nome: Pisaurus
o Isaurus?
In contrasto con altre fonti, per Marco Anneo
Lucano è "Isaurus".
Si dice per esigenze metriche ma le stesse si potrebbero invocare per Catullo
che riporta un bel “Pisaurum”
nell’invettiva ad un rivale in amore.
La diatriba sul nome non è moderna, qualche dubbio tra
i Romani, che ne spiegavano l’origine, legandolo a Furio Camillo ed agli eventi
del 390 a.C., come si legge nel commento in Servio Mario Onorato (IV sec. d.C.)
al sesto libro dell’Eneide, Pesaro dunque da "pensum" ossia ‘pesare’ l’oro del riscatto recuperato da Furio
Camillo, una interpretazione meta-storica che ebbe fortuna perché dava un
forte contributo al fatto che la città era chiamata “Pensaurum” fino al XV secolo.
Tuttavia si avvertiva l’incongruenza, perché si
osservava anche che anticamente il 'Pisaurus'
sfociava in una zona paludosa e la linea di costa era più arretrata e malsana.
Ma il fiume era il Pisaurus
o l’Isaurus? Per Agnati è
"Pisaurus", tuttavia nella
stele di San Nicola a Valmanente appare nella forma "Isairon", quindi fiume e città avrebbero avuto il nome
pre-latino "Isaurum" con
l’aggiunta della "P" iniziale derivante dall’ epi greco (= vicino,
sulla). In tal caso il significato completo sarebbe "la città sul fiume (o
vicino) al fiume Isaurus", con la sovrapposizione del nuovo nome al
vecchio.
Dall’emerito professor Scevola Mariotti questa teoria
è stata dichiarata "inaccettabile". La stele comunque riporta ‘Isairon’ e, per superare l’impasse, di
recente il Baldi ha interpretato l’isairon
della stele come lo 'Ieros' greco [=
sacra]. Interpretazione intrigante, ma spiega solo la prima parte del nome, la
restante parte sarebbe sciolta dall’indoeuropeo "-auro" = "acqua" (o dal rotacismo di una
base prelatina ‘ausa’= fonte in ‘auro’).
Accogliendo entrambe le osservazioni di Mariotti e Baldi, il significato
di ‘isairon’ sarebbe
‘fonte-fiume-acqua sacra’.
Linea di costa attuale all'altezza di Fosso Sejore |
Linea di costa ipotetica ipotizzata nel IV/V secolo a.C. con l'insenatura del porto di Novilara (elaborazione grafica Evolution 3D di Dromedari Giuseppe) |
La stele di San Nicola a Valmanente con, evidenziate in rosso, le parole "polem" e Isairon" (elaborazione Evolution 3D di Dromedari Giuseppe) |
Lo stesso tema in ‘auso-auro’
con identico significato di ‘fonte- acqua potabile’ lo ritroviamo nel vicino
Matauro, nel torrente Auso, Aso e nei lontani Isauro e Metauro della Magna Grecia
e della Galizia.
Il tema in AIS degli idronimi Aesinus, Aesarius, Aesontius (Isonzo come dall’iscrizione latina di
Aquileia), Isarcus, Isaro-a e, lungo
la Flaminia, nella mutatio di Haesim, può derivare dal mediterraneo ais =“spirito, vento, Dio” , in sostanza
ad un concetto di sacro. Diversamente Devoto propone il significato
di “scuro” per i nomi di fiumi o di piante ma Hurgon insiste invece sul
concetto di sacro, evidenziando come il principale dio celtico ‘Esus’ sia in rapporto ad ‘Esono’ delle tavole iguvine e riaffermi
una unità italico-celtica. Un altro esempio della diffusione di questo tema si
ripropone nell’umbro ‘is-utor’ (=
acqua sacra) come nel toponimo ‘Sitria’ sulle pendici del Catria.
Ritorniamo a Pesaro. La presenza greca giustifica il rotacismo di un precedente ‘is–ausa’ in ‘is–aura’ (fonte-acqua-sacra), questo fiume è sacro, perché tale o perché attraversa il luku presso la foce, conferisce santità all’importante approdo. E’ favorito così un commercio pacifico, perché la divinità garantisce incolumità dei mercanti. Questi ci porterebbe a concludere che il nome del fiume fosse ‘Isairon’, eppure fu consegnato alla romanità come ‘Pisaurus’.
Ritorniamo a Pesaro. La presenza greca giustifica il rotacismo di un precedente ‘is–ausa’ in ‘is–aura’ (fonte-acqua-sacra), questo fiume è sacro, perché tale o perché attraversa il luku presso la foce, conferisce santità all’importante approdo. E’ favorito così un commercio pacifico, perché la divinità garantisce incolumità dei mercanti. Questi ci porterebbe a concludere che il nome del fiume fosse ‘Isairon’, eppure fu consegnato alla romanità come ‘Pisaurus’.
Costantemente la P iniziale di ‘Pisaurus’ è stata associata all’epi
greco (=sopra), quindi ‘sopra il fiume sacro’. Tuttavia potrebbe derivare dal
radicale venetico ‘opi’, variante di
‘epi’, che significa ‘piazza’
‘mercato’ ‘emporio’, come Epi-daurun, Epi-lentium, Epi-licus portus. In tal
caso sarebbe ‘mercato del fiume sacro’, perfettamente consono alla natura
portuale del luogo.
Tre temi danno il nome a Pesaro:
a)
‘Epi’
b)
‘ais’
c)
‘ausa’
con
il significato di ‘mercato sul fiume sacro’.
In relazione a Novilara, insediamento di difesa
iniziale, Pesaro indica una sostanziale diversità tra la polem in alto e il luku (bosco
sacro) alla foce del fiume, sede degli scambi marittimi. Il luogo è sacro,
quindi non pubblico o privato, mentre la polem
è res pubblica.
Qui nell’approdo-mercato si originò gradualmente un
abitato, testimoniato dal ritrovamento da parte del compianto prof. Mario Luni
(resti di abitato preromano a Pesaro. Nota preliminare, in Studia Oliveriana
n.s. 2-3, 1982-1983 [1986] pp.7-19) di fondi di due capanne o case, elevate con
intelaiature in legno intrecciate di canne ricoperte d’argilla. Questo luogo
era chiamato epi-is-auro =il mercato
sul fiume sacro per la iniziale convergenza di acqua, luogo sacro, mercato, che
danno nome contemporaneamente al fiume e all’approdo.
I resti dell'abitato pre-romano rinvenuti dal Prof.Luni (foto Giuseppe Dromedari) |
Il compianto Prof. Mario Luni che illustra i resti archeologici dell'abitato pre-romano (foto Giuseppe Dromedari) |
Testo © 2017 by Paolo Rinolfi - Tutti i diritti riservati
Clicca qui per accedere alla ricostruzione ipotetica dell'approdo di Novilara
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