Il nome di Pesaro (in ricordo del Prof.Mario Luni)

di Paolo Rinolfi







La storia oscura di Pesaro è nel suo nome, evocazione di una lontana realtà umana legata all’Adriatico, un mare quasi lago spesso in tempesta, che ad occidente offre rari ripari alle navi (Livio 10,2,4; Strabone 7,5,10). Pesaro è uno di questi approdi obbligatori per chi risale la costa da Ancona o per chi voglia traversare, drizzando la prua verso Zara.
In ogni epoca tutti gli scambi di ampio respiro seguono immutabili rotte commerciali, dettate da valichi e porti. Su una di queste rotte era Pesaro, nata come città-emporio o semplice scalo attrezzato per navi che portavano ricchezza, ma nel contempo richiamavano la violenza dei corsari. Un villaggio rivierasco era continuamente esposto a tale rischio, spesso gli stessi mercanti sul più bello del baratto si rivelavano predoni di cose, animali o schiavi, da rivendere sulla costa opposta.


Ricostruzione ipotetica dell'area della foce del Foglia verso il V secolo a.C. (disegno di Francesco Ambrogiani tratto dal libro Forma Urbis a cura di Massimo Frenquellucci)
   Storicamente accertati, i pirati liburni erano una minaccia costante su villaggi inermi, di conseguenza costretti ad arretrare dalla linea di costa per arroccarsi sulle prime colline. Era importante vigilare, avvistare, fuggire. Novilara rispondeva a queste esigenze di difesa e quindi va intesa come insediamento iniziale, è la polem che dall’alto domina la foce del fiume che è sacra. Il riscontro di un luku romano a Santa Veneranda, scoperto dall’Olivieri, permette di ipotizzare che l’intera area dell’estuario fosse sacra nel periodo pre-romano, costituendo un fattore promozionale di approdo e commercio.


Navi onerarie in Adriatico raffigurate nel mosaico, proveniente da Palazzo Diotallevi, conservato nel Museo di Rimini
Sull’area portuale poi si originò Pesaro, quando il pericolo dal mare fu allontanato. Con l’arrivo dell’influenza greca il sacrario fu ‘asylum’, un diritto all’immunità derivante dalla santità del luogo. 


La famosa stele della battaglia navale di Novilara conservata nel Museo Archeologico Oliveriano di Pesaro (foto Giuseppe Dromedari)
Elaborazione grafica della stele di Novilara che ne evidenzia, facilitandone la leggibilità, parte delle incisioni (realizzata da Evolution 3D di Dromedari Giuseppe)
Così nel tempo l’insediamento scivolò gradualmente verso la foce, compresa la fase intermedia dove alla polem di Novilara si affiancò un nutrito insediamento sulla foce del fiume. Alla fine la polem si sviluppò sulla costa accanto al sacrario, progressivamente ridotto per soddisfare la nuova esigenza di spazi civili. 
L’importanza di questo luogo sacro in particolare sta nell’aggiunta di un valore ‘laico’, in quanto  incolumità e asylum sono presupposti per assicurare un commercio florido e stabile. Qual è il suo nome: Pisaurus o Isaurus?
In contrasto con altre fonti, per Marco Anneo Lucano è "Isaurus". Si dice per esigenze metriche ma le stesse si potrebbero invocare per Catullo che riporta un bel “Pisaurum” nell’invettiva ad un rivale in amore.
La diatriba sul nome non è moderna, qualche dubbio tra i Romani, che ne spiegavano l’origine, legandolo a Furio Camillo ed agli eventi del 390 a.C., come si legge nel commento in Servio Mario Onorato (IV sec. d.C.) al sesto libro dell’Eneide, Pesaro dunque da "pensum" ossia ‘pesare’ l’oro del riscatto recuperato da Furio Camillo, una interpretazione meta-storica che ebbe fortuna perché dava un forte contributo al fatto che la città era chiamata “Pensaurum” fino al XV secolo.
Tuttavia si avvertiva l’incongruenza, perché si osservava anche che anticamente il 'Pisaurus' sfociava in una zona paludosa e la linea di costa era più arretrata e malsana.
Linea di costa attuale all'altezza di Fosso Sejore
Linea di costa ipotetica ipotizzata nel IV/V secolo a.C. con l'insenatura del porto di Novilara (elaborazione grafica Evolution 3D di Dromedari Giuseppe)
Ma il fiume era il Pisaurus o l’Isaurus?  Per Agnati è "Pisaurus", tuttavia nella stele di San Nicola a Valmanente appare nella forma "Isairon", quindi fiume e città avrebbero avuto il nome pre-latino "Isaurum" con l’aggiunta della "P" iniziale derivante dall’ epi greco (= vicino, sulla). In tal caso il significato completo sarebbe "la città sul fiume (o vicino) al fiume Isaurus", con la sovrapposizione del nuovo nome al vecchio. 


La stele di San Nicola a Valmanente con, evidenziate in rosso, le parole "polem" e Isairon" (elaborazione Evolution 3D di Dromedari Giuseppe)
Dall’emerito professor Scevola Mariotti questa teoria è stata dichiarata "inaccettabile". La stele comunque riporta ‘Isairon’ e, per superare l’impasse, di recente il Baldi ha interpretato l’isairon della stele come lo 'Ieros' greco [= sacra]. Interpretazione intrigante, ma spiega solo la prima parte del nome, la restante parte sarebbe sciolta dall’indoeuropeo "-auro" = "acqua" (o dal rotacismo di una base prelatina ‘ausa’= fonte in ‘auro’). Accogliendo entrambe le osservazioni di Mariotti e Baldi, il significato di ‘isairon’ sarebbe ‘fonte-fiume-acqua sacra’. 
Lo stesso tema in ‘auso-auro’ con identico significato di ‘fonte- acqua potabile’ lo ritroviamo nel vicino Matauro, nel torrente Auso, Aso e nei lontani Isauro e Metauro della Magna Grecia e della Galizia. 
Il tema in AIS degli idronimi Aesinus, Aesarius, Aesontius (Isonzo come dall’iscrizione latina di Aquileia), Isarcus, Isaro-a e, lungo la Flaminia, nella mutatio di Haesim, può derivare dal mediterraneo ais =“spirito, vento, Dio” , in sostanza ad un concetto di sacro. Diversamente Devoto   propone il significato di “scuro” per i nomi di fiumi o di piante ma Hurgon insiste invece sul concetto di sacro, evidenziando come il principale dio celtico ‘Esus’ sia in rapporto ad ‘Esono’ delle tavole iguvine e riaffermi una unità italico-celtica. Un altro esempio della diffusione di questo tema si ripropone nell’umbro ‘is-utor’ (= acqua sacra) come nel toponimo ‘Sitria’ sulle pendici del Catria.
Ritorniamo a Pesaro. La presenza greca giustifica il rotacismo di un precedente ‘is–ausa’ in ‘is–aura’ (fonte-acqua-sacra), questo fiume è sacro, perché tale o perché attraversa il luku presso la foce, conferisce santità all’importante approdo. E’ favorito così un commercio pacifico, perché la divinità garantisce incolumità dei mercanti. Questi ci porterebbe a concludere che il nome del fiume fosse ‘Isairon’, eppure fu consegnato alla romanità come ‘Pisaurus’.
Costantemente la P iniziale di ‘Pisaurus’ è stata associata all’epi greco (=sopra), quindi ‘sopra il fiume sacro’. Tuttavia potrebbe derivare dal radicale venetico ‘opi’, variante di ‘epi’, che significa ‘piazza’ ‘mercato’ ‘emporio’, come Epi-daurun, Epi-lentium, Epi-licus portus. In tal caso sarebbe ‘mercato del fiume sacro’, perfettamente consono alla natura portuale del luogo.
Tre temi danno il nome a Pesaro:
a) ‘Epi
b) ‘ais
c) ‘ausa
con il significato di ‘mercato sul fiume sacro’.
In relazione a Novilara, insediamento di difesa iniziale, Pesaro indica una sostanziale diversità tra la polem in alto e il luku (bosco sacro) alla foce del fiume, sede degli scambi marittimi. Il luogo è sacro, quindi non pubblico o privato, mentre la polem è res pubblica. 


I resti dell'abitato pre-romano rinvenuti dal Prof.Luni (foto Giuseppe Dromedari)
Qui nell’approdo-mercato si originò gradualmente un abitato, testimoniato dal ritrovamento da parte del compianto prof. Mario Luni (resti di abitato preromano a Pesaro. Nota preliminare, in Studia Oliveriana n.s. 2-3, 1982-1983 [1986] pp.7-19) di fondi di due capanne o case, elevate con intelaiature in legno intrecciate di canne ricoperte d’argilla. Questo luogo era chiamato epi-is-auro =il mercato sul fiume sacro per la iniziale convergenza di acqua, luogo sacro, mercato, che danno nome contemporaneamente al fiume e all’approdo. 


Il compianto Prof. Mario Luni che illustra i resti archeologici dell'abitato pre-romano (foto Giuseppe Dromedari) 


Testo © 2017 by Paolo Rinolfi - Tutti i diritti riservati




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