Gasteropodi, echinidi e ... predatori

Sono numerosi e vari i fossili del nostro territorio, e con l’arrivo dell’estate per gli appassionati , una lettura leggera di alcune interessanti particolarità.

di Paolo Faraoni



I Gasteropodi sono originariamente animali acquatici, prevalentemente marini, erbivori o carnivori, lenti nei movimenti, diffusi in ogni regione: litoranea, pelagica, abissale. Le forme terrestri e d’acqua dolce sono derivate da quelle marine, e occupano habitat molto vari. I primi Gasteropodi compaiono nel Cambriano inferiore (500 milioni di anni fa) con i Bellerofontidi, che costituiscono il gruppo fossile più importante, e i Prosobranchi (Archeogasteropodi). Dal Cambriano superiore sono presenti i Pleurotomaridi, gruppo tuttora vivente, e dal Carbonifero i Polmonati. In questo periodo le faune a Gasteropodi  sono molto ricche e diversificate; molte forme si estinguono alla fine del Paleozoico. Nel Mesozoico si sviluppano e predominano i Mesogasteropodi; compaiono anche le prime forme carnivore. Dalla fine di questa era e per tutto il Terziario sono in ascesa i Neogasteropodi. 

Loriolella Fucini è un enigmatico e scarsamente comprensibile riccio di mare del Giurassico che è stato interpretato sia come un echinoide regolare che irregolare. La loriolella assomiglia agli echinidi regolari per avere un disco apicale grande (quasi certamente monociclico)  e grandi tubercoli e spine interambulacri primari. Tuttavia, il suo peristoma è estremamente piccolo con solo piccole tacche vestibolari e padiglioni auricolari, e l'ambulacro si espande adorabilmente formando filliduloidi come fillosi. L'analisi cladica suggerisce che la Loriolella è il primo echinoide irregolare microstomatideo. La sua miscela unica di caratteri primitivi e derivati è importante per interpretare i primi passi attraverso i quali gli echinoidi irregolari nascono da antenati regolari diadematoidi. 
LA STORIA DI LORIOLELLA FUCINI, 1904
Il genere Loriolella ha avuto una storia lunga e travagliata e, fino ad ora, è rimasto molto enigmatico. Quando fu scoperto e menzionato da Meneghini (1876-81) il primo esemplare della specie tipo ludovicii, è stato scambiato per un echinoide regolare e descritto come una nuova specie di Cidaris, a causa della sua semplice placca ambulacrale. L'esemplare tipo proviene dai calcari rossi ammoniti del Monte Gualdo, Pesaro???, ma  molto probabilmente c’è stato un errore nella definizione della località…..e possono invece  essere stati dei fossili spediti da Don Mariano Mariotti sacerdote di Cagli al Meneghini, e come quelli figurati sopra, provenienti dalla valle del Bosso, come documentato dalle numerose lettere, e che Meneghini ha registrato come "Liassico superiore". Successivamente, Bettoni (1900) descrisse altri quattro esemplari dell'Alto Pliensbachiano di Gussago, Brescia, ancora tutti piuttosto mal conservati, e riassegnò la specie ad un altro genere cidaridico, Policidaris. Fucini (1904) descrive il nuovo materiale raccolto dall'Alto Pliensbachiano del Monte di Cetona, vicino a San Casciano de Bagni, in Italia, e ripensa il materiale descritto precedentemente da Meneghini e Bettoni. Riferì che Canavari gli aveva detto che l'esemplare originale di Meneghini non era stato raccolto in situ, e che la sua matrice di sabbia grigio chiaro con un sottile rivestimento limonitico era indicativa del Lias medio, non superiore della regione. Uno dei nuovi esemplari di Fucini mostrava chiaramente una grande apertura a forma di U all'ambitus (Fucini 1904, 4, fig.1) che lo porta a concludere che il ludovicii non era un cidaroide ma un echinoide irregolare. Quindi stabilì il genere Loriolella per la specie di Meneghini Cidaris ludovicii. Tuttavia, ha sfortunatamente descritto le specie sottosopra. Avendo erroneamente identificato l'apertura del disco apicale per il peristoma, descrisse il peristoma come molto grande e prese il piccolo peristoma circolare circolare come disco apicale di apertura dal quale era stata persa la placcatura del disco. Fucini (1904) riteneva quindi che Loriolella avesse un periproct simile a quello di Pileo, posizionato all'ambitus e lontano dalla placca del disco apicale.
La Classe (Echinoidea) comprende i comuni ricci di mare, dal corpo generalmente a forma globosa più o meno sferoidale, anche se esistono specie appiattite o discoidali. Possiedono in genere un dermascheletro rigido formato da piastre di natura calcarea unite in modo rigido fra loro (in alcuni ricci, specie nelle forme che vivono in acque abissali, le piastre sono libere e il dermascheletro risulta flessibile). Caratteristica degli Echinoidei è la presenza di aculei che ricoprono la superficie esterna e che sono mobili e variabili sia come numero sia come forma e dimensioni. Esistono infatti ricci di mare con aculei molto corti e molto numerosi che ricoprono fittamente il corpo; altri invece possiedono grossi aculei radi e molto resistenti; altri infine, soprattutto le specie che vivono su fondi sabbiosi, possiedono piccoli aculei sottilissimi che formano una specie di peluria. Negli Echinoidei Regolari, in posizione radiale e secondo linee meridiane fuoriescono dalla parete del corpo i pedicelli ambulacrali, che terminano con una ventosa. Questi, negli Irregolari, sono riuniti in posizione orale e aborale a formare aree distinte. Sono essenzialmente organi di adesione e di locomozione. Gli Echinoidei vivono a tutte le profondità, da pochi centimetri fino agli abissi e praticamente sono diffusi in tutti i mari del mondo. La loro anatomia interna è fondamentalmente simile allo schema tipico degli Echinodermi; caratteristica è la presenza di un apparato masticatore, la “lanterna di Aristotele”, molto sviluppato negli Echinoidei Regolari, ridotto o mancante negli Irregolari; è costituito da cinque denti portati da formazioni scheletriche mosse da muscoli che si inseriscono su sporgenze interne delle piastre ambulacrali che circondano l'apertura boccale. La forma larvale degli Echinoidei è l'echinopluteus che, al termine del suo sviluppo, si trasforma in un giovane echinoideo di un 1 mm di diametro. Gli Echinoidei comprendono le sottoclassi Regolari e Irregolari; se ne conoscono 800 specie di cui circa 25 dei mari italiani, e inoltre della classe rimane una numerosissima testimonianza fossile.





Sempre vario e interessante il mondo di animali vissuti milioni di anni fa, e ricostruirne la storia e i modi di vita è sempre una appassionante avventura che non smette mai di stupire.
© 2018 by Paolo Faraoni - Tutte le immagini sono state fornite dall'autore


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