di Paolo Faraoni
Una delle scatoline utilizzate da Don Mariotti per conservare i suoi reperti |
Lo scorso 7 agosto a Secchiano è
stata esposto, presso il palazzo scolastico quello che resta della famosa
collezione di Don Mariano Mariotti (Cagli 1823 – Secchiano 1876) e la sera presso
il bar dell’oratorio Cecilia Eusepi, si è tenuto un incontro conferenza per
raccontare la storia di Don Mariano Mariotti e l’importanza dei fossili della
valle del Fiume Bosso. Il sottoscritto, curatore della mostra e autore di uno
studio approfondito sul Mariotti ha illustrato ai numerosi presenti alcuni
aspetti degli studi intrapresi dal Mariotti. Presenti l’assessore alla cultura
del comune di Cagli, Sig.ra Valeri Maria Assunta, docenti esperti di paleontologia
quali il Prof. Federico Venturi dell’Università di Perugia e il geologo
Ferretti Alberto e tanti interessati a voler valorizzare questa risorsa unica
del nostro territorio. La
mostra e la seguente ricerca, vuole definire e precisare tutto il grande lavoro
scientifico fatto da Don Mariano Mariotti, sacerdote di Cagli, dove insegnò
presso il seminario diocesano, e priore di Secchiano dal 1868 alla sua morte
avvenuta il 21 febbraio 1876 all’età di 63 anni. Con la collaborazione del
Comune di Cagli, abbiamo recuperato quello che resta della sua collezione
acquistata unitamente alla biblioteca nel 1878 dall’amministrazione comunale
del tempo.
La collezione scientifica del Mariotti, fu in parte
inviata dallo stesso Mariotti all’Università di Pisa, dove insegnava il famoso
paleontologo Giuseppe Meneghini, con
il quale collaborò per tanti anni e una parte consistente restò a Cagli
conservata presso il Museo Civico locale. Ebbe molte vicissitudini, tanti
spostamenti, e considerata da sempre un inutile peso da gestire. Il 19 maggio
del 1972, fu ritrovata chiusa in casse, nella soffitta di un istituto
scolastico di Cagli dal Sig. Francesco Aguzzi e dal Prof. Alberto Ferretti
geologo. Purtroppo, i molteplici traslochi procurarono sicuramente molte
dispersioni dei pezzi più belli e pregiati. Restano solo alcuni campioni di
minerali, e gli esemplari dei fossili meno appariscenti, ma nonostante tutto
questo, ancora importanti per capire e studiare il lavoro scientifico fatto dal
Mariotti.
Fondamentale per questa ricerca, è stata la collaborazione con la
responsabile di Unità biblioteca 3 dell’Università di Pisa (Dr. Silvia
Sabbatini) che ci ha procurato 19 lettere che Mariotti scrisse a Giuseppe
Meneghini dal (1864 al 1876) e le 2 lettere con le quali Don Gregorio Mei
comunicò al Meneghini la scomparsa improvvisa del Mariotti e le informazioni
riguardo la sua collezione.
Dopo avere catalogato e ripulito quel poco che resta, siamo riusciti a
ricostruire con l’importante contributo delle lettere ritrovate, l’ultimo
periodo di studio e ricerca di Don Mariano Mariotti, che copre gli anni dal
1864 al 1876.
Oltre
alle scoperte scientifiche, e alle proficue collaborazioni, che Don Mariano
tenne con i più importanti studiosi italiani e stranieri del tempo, è
importante evidenziare l’amore e la cura che mise nella pulizia e conservazione
dei fossili che trovava, e le minuziose annotazioni dei siti fossiliferi.
Altri reperti e scatoline della collezione di Don Mariotti |
Le ricerche di Don Mariotti iniziarono nel 1862, e fu sicuramente don Raffaele Piccinini monaco di Fonte
Avellana, che in quegli anni si occupava, sia dello studio botanico delle erbe
del Monte Catria, ché degli aspetti geologici e dello studio dei fossili
locali, ad instradarlo versa questa passione.
Il Piccinini collaborava attivamente con il professore Giuseppe Meneghini dell’Università di Pisa, che in quegli anni
stava studiando e pubblicando materiale sugli ammoniti dell’Appennino Centrale,
e della Lombardia. Il Piccinini, mise in contatto Don Mariotti con il
Meneghini, che da quel momento, lavorarono insieme per più di dieci anni.
Durante questi anni, Mariotti inviò a Pisa un gran numero di fossili, che
vennero poi utilizzati dal Meneghini per i suoi tanti studi pubblicati negli
anni seguenti.
Il Mariotti, collaborò attivamente anche con Antonio Stoppani, (Lecco 1824 –Milano
1891) e con Giuseppe Scarabelli,
(Imola 1820 – Imola 1905) geologo, paleontologo, e politico italiano che ebbe
un ruolo di primo piano nell’affermazione degli studi geologici e
paleontologici in Italia. Lo Scarabelli, studiò la geologia dell’Appennino, e
venne accompagnato in varie escursioni dal Mariotti che gli segnalò le sezioni
geologiche caratteristiche e i vari siti fossiliferi. Altra collaborazione
importante, fu con il professore tedesco Karl
Alfred Zittel dell’Università di
Monaco di Baviera, che venne appositamente in Italia nella primavera del 1868,
e che per molti giorni visitò assieme al Mariotti, allo Stoppani e al
Piccinini, le montagne del Furlo, Pietralata, Catria, Nerone e la montagna di
Secchiano.
Oltre a queste collaborazioni, dall’esame della collezione, sono emersi
ammoniti e fossili provenienti dalle località più importanti d’Europa e
d’Italia, facendo presumere, una intensa attività di scambio con i gabinetti
scientifici del tempo.
Il
personaggio Mariotti non può che ispirare ammirazione per il modo in cui si inserisce
nel mondo vasto della ricerca scientifica con tutta la sua curiosità e
dedizione. Mi ricorda un altro sacerdote che ho avuto il piacere di conoscere e
frequentare, Don Domenico Rinaldini “Dondò” anche lui ispirato dal fervore
della ricerca di ammoniti in ogni anfratto del Monte Nerone. La sua collezione
ha avuto maggior fortuna essendo esposta da subito nelle stanze del palazzo
Brancaleoni di Piobbico. Sarebbe una forma di grande rispetto trovare anche per
la collezione Mariotti una qualche sistemazione, dopo tutti questi anni di
incuria totale. Speriamo sempre che chi ci amministra trovi quel minimo di
sensibilità e di volontà almeno per “pensare” a una qualche soluzione.
Evidenziare e curare le cose belle ed importanti del nostro territorio non possono
che far bene a tutta la comunità che deve e può riconoscersi con orgoglio, in
queste persone del passato che con umiltà e passione hanno apprezzato ed amato
i luoghi che ci circondano e dove viviamo tutti i giorni.
Alla mostra
hanno partecipato con le loro collezioni: Paolo Faraoni, Regis Maceri, Davide
Faraoni e Sciamanna Alessandro.
Immagini
della conferenza serale con Paolo Faraoni, Venturi Federico e Alberto Ferretti.
Alla fine possiamo dire di avere trascorso una giornata
un po' diversa dal solito…. abbiamo conosciuto qualche aspetto interessante del
nostro territorio, visto alcuni fossili vecchi di milioni di anni, e grazie
alla “Sabrina” mangiato allegramente in compagnia. Dobbiamo ringraziare il
presidente della proloco di Secchiano Renga Francesco ideatore di questo
festival “Secchianamente” dedicato al Mariotti nonché relatore della serata
sulla fisica…inoltre un ringraziamento va fatto anche al Palazzetti Niccolò che
ci ha intrattenuto con la sua relazione sulla storia della musica.
Infine
dobbiamo menzionare Carla Mensali, presidente dell’Università Agraria di
Secchiano che ha sempre creduto nei giovani del paese incitandoli e spronandoli
a recuperare l’evento della “Ciurma”, e il palazzo scolastico adibendolo a
luogo di ritrovo di feste e di eventi culturali.
© 2017 by Paolo Faraoni - Tutti i diritti riservati - Tutte le immagini sono state fornite dall'autore.
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